Permessi all'ombra della Reggia senza ok della Sovrintendenza: indagati dirigenti comunali

Permessi all'ombra della Reggia senza ok della Sovrintendenza: indagati dirigenti comunali
Da oggi prendere un caffè all’ombra della Reggia sarà praticamente impossibile perché ieri, con un’azione a tappeto senza precedenti, i...

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Da oggi prendere un caffè all’ombra della Reggia sarà praticamente impossibile perché ieri, con un’azione a tappeto senza precedenti, i carabinieri hanno sequestrato gazebo, tavolini, ombrelloni e sedie di diciassette bar e punti ristoro che insistono nell’area circostante la Reggia di Caserta e, proprio per questo, sottoposta a vincolo paesaggistico e monumentale.

In azione i militari del nucleo tutela patrimonio culturale di Napoli, diretti dal capitano Giampaolo Brasili, che hanno proceduto su ordine della procura di Santa Maria Capua Vetere a «chiudere» le aree esterne dei locali. Il fascicolo a firma del sostituto procuratore Valentino Battiloro tratteggia reati che vanno dall’abuso d’ufficio all’accusa di avere eseguito opere in assenza di autorizzazione e in difformità di permessi, fino all’ipotesi di sanzione panale per opera abusiva. Risultano indagate complessivamente 21 persone. Tra loro, quattro dipendenti del Comune di Caserta che hanno ricoperto ruoli anche dirigenziali presso l’ufficio Attività produttive, settore preposto al rilascio dei permessi. Rispondono di abuso d’ufficio Giovanni Natale, Carmela Muso, Marcello Iovino e Agostino Ragozzino. Loro quattro sono, secondo la Procura, responsabili di avere autorizzato i commercianti a occupare il suolo antistante i bar con sedie e tavoli senza aver richiesto il parere della Sovrintendenza che, sempre secondo il quadro accusatorio, sarebbe vincolante in quanto i diciassette locali al centro della bufera si trovano in un’aerea sottoposta a restrizioni paesaggistiche e monumentali.
Un «pasticcio» quello che si sarebbe verificato a Palazzo Castropignano dove il settore Attività produttive non avrebbe richiesto il nulla osta della Sovrintendenza benché la normativa lo richiedesse almeno fino allo scorso mese di marzo quando sono subentrate delle modifiche sostanziali in materia.
Per ora pagano i commercianti: sono diciassette quelli che hanno ricevuto il decreto di sequestro, benché la metà di loro abbia regolarmente pagato la Tosap, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico. Con i bollettini di pagamento alla mano, molti degli esercenti che ieri si sono visti piombare addosso i carabinieri si sono precipitati presso avvocati di fiducia per rispondere alle accuse, sostenendo per l’appunto che gazebo e tavolini erano installati sulla pubblica strada con tanto di autorizzazione da parte del Comune.
Per loro, dunque, il sequestro subito ieri ha il retrogusto della beffa ma secondo la procura diretta da Maria Antonietta Troncone avrebbero dovuto a loro volta assicurarsi che la Sovrintendenza avesse rilasciato il nulla osta. Diversa la posizione dell’altra metà dei commercianti indagati che invece non avrebbe mai richiesto - e quindi mai ottenuto - neanche il permesso del Comune.

Nel totale caos, i sequestri di ieri sono l’evoluzione di una situazione che già nei mesi scorsi aveva manifestato le prime avvisaglie. Nel luglio scorso, infatti, si seppe dell’ennesima inchiesta sul Comune di Caserta e i carabinieri che acquisirono i fascicoli relativi ai permessi che sarebbero stati rilasciati dall’amministrazione senza il parere della Sovrintendenza. In quegli stessi giorni, dal settore Attività produttive partivano le diffide per gli esercenti invitati a non utilizzare le strutture. Tanto tuonò, dunque, che infine piovve. 
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Il Mattino