Piscina senza acqua calda: stadio del nuoto off limits

I compressori che alimentano l'impianto sono andati in tilt

Lo Stadio provinciale del nuoto
Stadio provinciale del nuoto off-limits da ieri e fino a martedì prossimo, ma solo per una fascia di utenti, a causa di un guasto alle pompe di calore. I compressori che...

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Stadio provinciale del nuoto off-limits da ieri e fino a martedì prossimo, ma solo per una fascia di utenti, a causa di un guasto alle pompe di calore. I compressori che alimentano l'impianto sono andati in tilt, impedendone il corretto funzionamento. Da qui l'impossibilità di riscaldare le vasche e garantire le giuste temperature dell'acqua e la necessità di interrompere i corsi, almeno fino alla riparazione del danno. Nel frattempo saranno garantite soltanto le attività agonistiche, come le gare regionali che saranno disputate domani.

Una notizia, quella della chiusura parziale, trapelata nella tarda mattinata di ieri, che in un primo momento ha messo in agitazione i residenti del Parco Spazio, il condominio adiacente allo stadio, che dal marzo dello scorso anno, hanno avviato un iter legale contro la struttura di proprietà dell'Ente Provincia e diretta dall'Agis - Agenzia per la gestione degli impianti sportivi - per ottenere lo spegnimento delle pompe «in quanto si legge in una delle denunce presentate molto rumorose». I residenti speravano infatti che la chiusura, seppure temporanea, fosse legata all'esposto da loro presentato.

L'impianto di riscaldamento, installato circa un anno fa nella parte esterna dello stadio, a pochi metri dalle abitazioni, funziona infatti ventiquattro ore su ventiquattro per sette giorni su sette. Ciò ha generato notevoli disagi tra i condomini che non riescono più a dormire di notte, né a studiare o lavorare di giorno. Malgrado gli infissi chiusi. Da qui le denunce ai carabinieri per disturbo della quieta pubblica ma anche all'Asl e all'Arpac per ottenere una perizia tecnica in grado di accertare l'effettivo superamento dei parametri di rumorosità fissati per legge. Nel frattempo il presidente dell'Agis, Giuseppe Guida, ha tentato di rassicurare i residenti spiegando loro che è stata appena installata una barriera con le lamiere coibentate con le quali sarà possibile isolare acusticamente l'impianto e che nei mesi più caldi, presumibilmente tra maggio e settembre, i macchinari resteranno spenti nelle ore notturne. Un annuncio che ha tranquillizzato solo in parte queste venti famiglie che temono infatti che i pannelli fonoassorbenti non siano sufficienti ad attutire i rumori.

Da qui l'invito al presidente Guida ad incontrare i residenti per un confronto nell'ambito di un'assemblea già programmata per questa mattina proprio davanti allo stadio del nuoto. «Se verrà spiegano i cittadini sarà l'occasione per ribadire ancora una volta che l'unica soluzione è lo spostamento delle pompe di calore nel parcheggio più lontano dalle abitazioni».

Ma non è tutto. I residenti hanno incaricato, a proprie spese, un tecnico affinché esegua dei rilievi fonometrici. Probabilmente già la prossima settimana. Sul caso dello stadio del nuoto è intervenuto anche il consigliere provinciale Maurizio Del Rosso, che ha chiesto al presidente Guida di intervenire con immediatezza: «Il rischio ha dichiarato è che un'azione giudiziaria posta in essere dal Condominio possa decretare la chiusura dell'impianto e mandare a casa cento persone impiegate nella struttura oltre a innestare una serie di disagi all'utenza. Bisogna, a mio avviso, tutelare tutte le parti in causa, quindi il personale, le persone che frequentano lo stadio e che si lamentano del fatto che la struttura è comunque fredda malgrado le pompe di calore e soprattutto i residenti costretti a subire le vibrazioni e i rumori dei macchinari. E soprattutto bisogna evitare possibili danni erariali».


Il riferimento va ai costi sostenuti dapprima per il noleggio e poi per l'acquisto del macchinario, che pare si aggirino intorno ai duecentomila euro. «Un mese fa - ha concluso il consigliere - ho chiesto all'Agis se prima dell'installazione fosse stata eseguita l'analisi di impatto ambientale e acustico e perché si sia deciso di non utilizzare più la caldaia già esistente, spero di ricevere una risposta al più presto».
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Il Mattino