Polizia, il commissariato nella casa dell'ex boss «Una vittoria dello Stato»

La cerimonia nell'immobile sottratto a Dante Apicella, la ristrutturazione costata un milione

L'inaugurazione del nuovo commissariato a Casal di Principe
«Io non ho preparato un discorso», dice il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. «Neanche io», risponde Placido Migliorino del provveditorato alle...

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«Io non ho preparato un discorso», dice il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. «Neanche io», risponde Placido Migliorino del provveditorato alle opere pubbliche. «Neanche io ho un discorso preparato, parlerò a braccio», conclude il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nella sua visita a Casal di Principe ieri. Qui, nel cuore della provincia di Caserta, è stato affiancato dal capo della Polizia Lamberto Giannini e dal sindaco Renato Natale per il taglio del nastro del commissariato della polizia, operativo dal 3 aprile. Il ministro, però, tornerà presto, stavolta a Castel Volturno per dirigere un comitato di ordine e sicurezza. Intanto, ieri sotto la pioggia battente, è stata festa grande.

«L'apertura del commissariato di Casal di Principe è una vittoria dello Stato e per me è una soddisfazione doppia, visto che ricordo di questo progetto quando ero responsabile della gestione dei fondi europei, e sono oggi qui anche per vedere i frutti di quel lavoro», ha spiegato Piantedosi che per la seconda volta è arrivato nell'agro aversano dopo una prima occasione per l'abbattimento della villa-bunker del boss dei Casalesi, Michele Zagaraia.
Giannini ha parlato di «giorno importante, in cui abbiamo raggiunto un risultato per il quale abbiamo lavorato tanto, e sempre avendo come faro il sacrificio di don Giuseppe Diana, che ci ha indicato la strada».

E proprio dal Comitato don Diana che riunisce i familiari delle vittime della camorra è arrivata ieri la polemica per il mancato invito alla cerimonia da parte della polizia e del ministero. «Una festa senza memoria», scrive sulla sua pagina facebook il Comitato. All'evento, in verità, erano presenti i fratelli di don Peppe e i familiari di Antonio Di Bona, innocente ucciso dalla camorra. I beni confiscati e riutilizzati sono simboli della lotta ai clan, come il commissariato che sorge a Casal di Principe, lungo corso Umberto I dove nel novembre 2008 il gruppo stragista dei Casalesi guidato da Giuseppe Setola commise l'ultimo omicidio della stagione del terrore ammazzando Stanislao Cantelli, pensionato ucciso per una vendetta trasversale contro un collaboratore di giustizia. Proprio in quei mesi in cui Setola e i suoi killer uccidevano senza pietà, nell'immobile confiscato al boss Dante Apicella che oggi ospita il commissariato, fu insediata la sezione della Squadra mobile - voluta dall'allora ministro Roberto Maroni - che catturò i sicari di Setola. «Fa piacere - ha aggiunto Piantedosi - ritrovare una così grande sinergia istituzionale. Oggi ci sono tutti qui, e siamo la maggioranza rispetto ai criminali. Abbiamo pieno titolo a perseguire questi obiettivi per tornare alla normalità. Non possiamo dire che la mafia è arrivata alla fine, il percorso è ancora da completare».

Il sindaco Natale ha, poi, ricordato i momenti di quegli arresti: «Eravamo quattro gatti - ha detto - quando nel 2010, qui fuori, stappammo una bottiglia per festeggiare la cattura di Iovine, sotto la pioggia come oggi. Ma l'anno dopo per l'arresto di Zagaria andammo in questura a Caserta ed eravamo già molti di più». Natale ha poi chiesto a Piantedosi di tenere in considerazione la richiesta di aiuto più volte invocata anche dopo la visita del capo dello Stato, che ha certificato «il riscatto di Casal di Principe dalla camorra».
«Prenderò in esame le problematiche sollevate», ha risposto Piantedosi. Dopo le indagini e gli arresti, la Mobile chiuse tra le proteste dei cittadini nel 2016 e lo stabile fu acquisito dal Comune che ne sanò gli abusi edilizi destinandolo a scopi sociali. «L'anno dopo fu siglata la convenzione con il provveditorato delle opere pubbliche che in un anno e mezzo - ha spiegato il provveditore interregionale Placido Migliorino - grazie a fondi per un milione, di cui 600mila euro di fondi europei e 400mila di somme stanziate dal Ministero dell'Interno, ha concluso i lavori di adeguamento dell'immobile, che nel 2021 è stato consegnato al Dipartimento di Pubblica Sicurezza per le rifiniture e gli arredi».


Il commissariato è guidato dal dirigente Gennaro Corrado. Dopo il commissariato, Piantedosi ha visitato il bene confiscato in via Firenze dove ha sede una comunità per minori, un laboratorio di panificazione e un centro diurno gestiti dalla Fondazione Don Calabria Ets.
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Il Mattino