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Lui vicecommissario di polizia in provincia di Caserta e poi a Napoli, lei viceprefetto a Potenza. L’amore fa breccia nel cuore dei due, ma c’è un problema. Sono entrambi sposati e hanno figli. Lei in Basilicata, lui in provincia di Caserta. Eppure, quell'amore clandestino sembra un sasso in un palude che rompe la monotonia. L'unica preoccupazione, è la scoperta di quella relazione all'interno dell'ambiente di lavoro.
Poco importa, nel 2015 la storia comincia lo stesso, con buona pace dei rispettivi partner che, informati in seguito dalla polizia, spiegheranno: «Cado dalle nuvole, il nostro matrimonio non è in crisi». Ben peggio. Perché a cinque anni di distanza da quella relazione, il poliziotto - prima denunciato dalla viceprefetto e presunta amante per stalking e poi sotto processo - viene assolto dai giudici della corte di Appello di Salerno, dopo quattro anni di inchieste e processi.
La storia inizia il 21 febbraio del 2015, quando la viceprefetto coordina le operazioni per il salvataggio, con l’aiuto di un elicottero - messo a disposizione dalla polizia - di una persona in pericolo di vita. L’intervento va a buon fine, la persona viene salvata, ma quell’evento «lega» la viceprefetto al poliziotto. Poi, l’amicizia fra i due si consolida fra le mura della prefettura di Potenza. In quegli anni lui, S.V. va a trovare spesso la funzionaria, sembra. Ma il 4 marzo del 2016 in prefettura a Potenza arriva anche il ministro dell’Interno. Fra i prefetti e gli operatori del palazzo che ospita l’organo di Governo territoriale, qualcuno pare noti il poliziotto. Alcuni non vedono di buon occhio la sua presenza. La viceprefetto R. D., così, viene ascoltata da una collega alla quale confida che l’amante è talmente geloso da farle delle scenate violente.
Il poliziotto viene incriminato e messo sotto indagine, ma durante il processo lei, l’accusatrice, «avrebbe modificato la versione dei fatti», si legge nella sentenza di assoluzione del poliziotto. Violenze? Non c’erano. «Soprattutto verbali», dirà lei davanti ai magistrati del tribunale di Salerno. «I lividi? Mi è caduto un secchio in testa», spiegherà in aula. E, infatti, dopo due processi, l’uomo viene assolto da tutte le accuse. Fra i due c’era una relazione, il reato di stalking non c’entra nulla. L’uomo sarebbe entrato negli uffici della prefettura di Potenza con il consenso della viceprefetto, ora in servizio sempre in Basilicata. Storia chiusa. In tutti i sensi.
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