Prorogato il 41bis a Belforte, i giudici: «Collaborazione strumentale, clan ancora operativo»

La decisione del Tribunale di Sorveglianza

La decisione del Tribunale di Sorveglianza
Domenico Belforte, capo dell'omonimo clan attivo nel Casertano tra i comuni di Marcianise, Capodrise e nel capoluogo, resterà al carcere duro perché il...

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Domenico Belforte, capo dell'omonimo clan attivo nel Casertano tra i comuni di Marcianise, Capodrise e nel capoluogo, resterà al carcere duro perché il clan Belforte «ancora operativo» a dispetto di continui arresti e pentimenti, e la stessa paventata collaborazione di Belforte è ritenuta dalla Dda «strumentale», nonostante il capoclan abbia manifestato l'intenzione di far ritrovare il corpo di una vittima per darle degna sepoltura.

Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Roma, che ha rigettato il reclamo scritto di suo pugno dallo stesso Belforte dopo che nello scorso mese di settembre il Ministro della Giustizia aveva prorogato per altri due anni il regime carcerario duro previsto dall'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario.

Per i giudici capitolini, «Belforte continua ad avere un ruolo apicale e non ha mostrato segni di resipiscenza e di definitivo allontanamento dalle logiche criminali del clan di provenienza», e risulta «incessante lo sforzo di Belforte di veicolare all'esterno ordini e indicazioni di azioni criminali a sodali liberi o anche detenuti». Per i giudici Belforte deve restare inoltre al 41bis anche per le condotte tenute in carcere, con diversi provvedimenti disciplinari subiti per danneggiamenti vari, tre in particolare dal mese di ottobre scorso, quando è stato trasferito dal carcere di Cuneo a Sassari.

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Il Mattino