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È il giorno della verità. Alle 7 aprirà il seggio nel palazzo della Provincia alla Saint Gobain e resterà operativo fino alle 21. Poi si inizierà lo spoglio e la conta dei voti che decreterà la "vittoria" dei 16 amministratori che saranno, poi, proclamati consiglieri provinciali e resteranno in carica per i prossimi due anni, legge elettorale permettendo. Ieri, a cominciare dalle 15, sono stati insediati il seggio centrale (nella stanza 2 al secondo piano, dove si recheranno gli elettori delle Fasce D e E) e le due sottosezioni (stanza 4 al primo piano per Fascia B e C e stanza 6 al secondo piano per la Fascia A). I presidenti - Elena Iserra, Franco Laudante e Francesca Mosca hanno provveduto ad effettuare e supervisionare atti e iter necessari per consentire di procedere alle votazioni. Ad essere chiamati alle urne sono solo i 1.341 amministratori di 99 comuni di Terra di Lavoro: Aversa, Capodrise, Macerata Campania, Sparanise e Teverola, in quanto commissariati, non parteciperanno. In lizza per uno scranno nel parlamentino casertano 61 tra sindaci (in campo ce ne sono 9) e consiglieri comunali (le donne sono meno della metà, precisamente 26).
La città capoluogo conta quattro candidati, tre in corsa a Santa Maria Capua Vetere e Maddaloni e due a Marcianise. Proprio il voto in questi quattro comuni potrebbe risultare determinante, visto il "peso" che l'indice di ponderazione più alto attribuisce a ogni singola preferenza. Gli Enti sono divisi in cinque fasce: 40 Comuni fino a tremila abitanti (fascia A) in cui una preferenza esprime 20 voti ponderati, 9 di fascia B tra i tremila e i cinquemila residenti con il voto ponderato che vale 43, venticinque Municipi tra i cinquemila e i diecimila (fascia C) con un valore di 79, 21 tra i diecimila e i trentamila (fascia D) a quota 99 e, infine, 4 Comuni al di sopra dei trentamila abitanti (fascia E) con un indice di 239.
La lista "Provincia al Centro", che fa capo al consigliere regionale Giovanni Zannini, al collega di Iv Vincenzo Santangelo e ad Azione con Luigi Bosco, ha riempito tutte le 16 caselle (unica lista a riuscirci) e punta a otto consiglieri. La formazione "allestita" dal presidente Magliocca, "Caserta al Centro", invece, conta su dodici candidati e spera di mettere in cassa due esponenti. Gioca una grande partita dal punto di vista politico, invece, la lista Pd-M5S che scende in campo insieme (i simboli dei due gruppi sono racchiusi in un unico cerchio) con l'obiettivo di portare a casa tre consiglieri provinciali e soprattutto di mettere un freno al civismo che rischia di fare il pienone nel Casertano. Questo potrebbe rappresentare un segnale forte per la commissaria Susanna Camusso che per le candidature ha scelto di inserire soltanto 11 nomi, di cui tre "pentastellati", lasciando fuori tutti gli uscenti e mettendo il veto su alcune ingerenze arrivate anche da Roma.
Sarebbe un risultato importante che potrebbe mettere a tacere le polemiche che anche in questo caso si sono scatenate tra i dem, con gli esclusi che hanno chiesto spiegazioni sia al commissario regionale Antonio Misiani che al Nazareno, ma che non hanno avuto ancora alcuna risposta. Il nuovo banco di prova sarà fondamentale anche per l'avvio imminente del tesseramento (annunciato e poi bloccato) e dunque del congresso provinciale prima e poi regionale. Cinque i consiglieri uscenti che puntano alla riconferma: Massimo Russo di Caserta, Michele Falco di Parete, Maria Gabriella Santillo di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Iovino di Cellole e Marcello De Rosa di Casapesenna. Ma la battaglia è agguerrita anche tra gli altri aspiranti.
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Il Mattino