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È polemica nel Pd di Caserta dopo la presentazione delle liste per il rinnovo del Consiglio provinciale, le cui elezioni sono previste per il 10 dicembre prossimo. La lista Pd, stilata dalla commissaria del partito in Terra di Lavoro, l'ex leader Cgil Susanna Camusso, comprende undici candidati sui sedici disponibili «ed è stata fatta con i Cinque Stelle». «Una pseudo lista - la definisce il capogruppo Pd in Consiglio provinciale Alessandro Landolfi, non ricandidato - che rappresenta un chiaro fallimento dell'azione della Camusso in Terra di Lavoro. Sono appena i otto i candidati democrat, e con i tre grillini arriviamo ad undici. Come è possibile che con
6800 tessere fatte nel Casertano non si sia riusciti ad arrivare a 16 candidati, tanti quanti sono i componenti del Consiglio provinciale? Mi viene da pensare che questo numero non corrisponda alla realtà dei fatti».
Capogruppo uscente alla Provincia ed esponente dell'area Schlein, Landolfi non è stato ricandidato assieme agli altri uscenti su specifica indicazione del commissario.
Per gli esponenti del Pd provenienti da Articolo Uno, «la vicenda della lista Dem alle provinciali rappresenta l'ennesimo episodio di arretramento politico verificatosi tra i democratici di Terra di Lavoro nell'ultimo anno. I famosi “cacicchi” che si volevano depotenziare e marginalizzare oggi appaiono ancora più forti e capaci di dettare la linea politica del partito casertano e campano. Dopo la straordinaria partecipazione del congresso che oltre a creare entusiasmo aveva suscitato grandi aspettative di cambiamento nella nostra provincia e nella nostra regione, il riposizionamento delle vecchie cariatidi, attraverso i loro referenti, nella lista per le elezioni provinciali, non fa altro che certificare l'impossibilità di addivenire al rinnovamento auspicato e fortemente voluto dalla nuova leadership nazionale rappresentata da Elly Schlein».
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