Rapina con spari in gioielleria: finanziere blocca il bandito

Rapina con spari in gioielleria: finanziere blocca il bandito
MACERATA. Sventa una rapina nella gioielleria della moglie e consente l’arresto di uno dei malviventi. È accaduto a Macerata, ieri sera, in corso Umberto I,...

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MACERATA. Sventa una rapina nella gioielleria della moglie e consente l’arresto di uno dei malviventi. È accaduto a Macerata, ieri sera, in corso Umberto I, in pieno centro storico. Due balordi hanno tentato di ripulire «Momenti d’oro» di Silvana De Matteo. Intorno alle 18.30, un giovane, ben vestito, sulla trentina, fingendosi un cliente, ha bussato e si è fatto aprire, superando la porta blindata.

Una volta all’interno, brandendo un temperino, ha intimato al marito della titolare, che in quel momento era dietro al bancone, di consegnargli ori e preziosi. L’uomo, però, che nella vita è in Guardia di finanza, non si è fatto intimorire e l’ha prima disarmato e poi l’ha bloccato a terra. Il complice, rimasto all’esterno, per guadagnare la fuga, ha estratto una pistola e ha esploso tre colpi in aria, uno dei quali ha colpito la vetrina antiproiettili della gioielleria. È, quindi, scappato a bordo di un’auto scura, parcheggiata a pochi metri di distanza. Per fortuna, nessuno è rimasto ferito. Scattato l’allarme, in una manciata di minuti, sul posto sono arrivati i militari.

I militari hanno subito preso il rapinatore, che ora è in stato di fermo. Hanno, poi, sentito l'uomo che ha sventato la rapina, qualche passante e gli avventori di un bar, nella speranza di raccogliere elementi utili all’identificazione del fuggitivo. Posti di blocco sono stati disposti nei principali snodi viari della città e dei paesi limitrofi, ma del secondo rapinatore, fino alla tarda serata di ieri, nessuna traccia. Sotto osservazione anche le immagini della telecamera del sistema di videosorveglianza del negozio. Non è la prima volta che la gioielleria «Momenti d’oro» subisce rapine e tentate rapine: il 20 novembre del 2013, una banda mise segno un colpo da ben 300mila euro. Furono, però, tutti identificati e tratti in arresto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino