Reggia di Caserta, l'ira di Maffei: «Fuori dal Parco chi fa danni»

Reggia di Caserta, l'ira di Maffei: «Fuori dal Parco chi fa danni»
Una lettera-appello che è anche un esplicito «j'accuse» nei confronti dei frequentatori della Reggia che hanno mostrato comportamenti irrispettosi: l'ha...

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Una lettera-appello che è anche un esplicito «j'accuse» nei confronti dei frequentatori della Reggia che hanno mostrato comportamenti irrispettosi: l'ha scritta e pubblicata sul sito ufficiale del monumento, il direttore generale, Tiziana Maffei, indirizzandola agli abbonati. «Inizialmente avevo intenzione di scrivere personalmente a coloro che ho sorpreso in atteggiamenti poco consoni al luogo», spiega Maffei. «Ma poi, man mano che ne fermavo, mi rendevo conto che tutti, a parte un coreano, ticket alla mano, erano titolari di abbonamento. Allora ho pensato di rivolgermi direttamente agli abbonati nella certezza che quelli rispettosi avrebbero capito e approvato, quelli meno corretti almeno riflettuto».


E materia su cui riflettere e fare autocritica ce n'è tanta. Dall'uso delle statue come pali di porte di calcio, all'altalena sui rami delle secolari magnolie. Così il direttore si è messo alla tastiera e ha scritto: «Caro abbonato, faccio appello all'amore e al rispetto che nutri sicuramente per questi luoghi così preziosi e fragili», esordisce, per continuare con la denuncia. «Negli ultimi mesi, in tante occasioni, oltre a numerose segnalazioni di altri visitatori e dello stesso personale di vigilanza, mi sono trovata personalmente di fronte ad atteggiamenti e comportamenti imbarazzanti, per non dire inaccettabili, per un luogo straordinario come la Reggia. Atteggiamenti e comportamenti che evidenziano non solo forme d'inciviltà, ma anche una grande insensibilità verso questo sito d'indiscusso prestigio».


E le condotte riprovevoli sono tante, gravi e riscontrate, appunto, «proprio nei titolari di abbonamento. Alcune sono eclatanti anche per il rischio di danneggiare il patrimonio scultoreo e vegetale: usare le statue del Parco come pali di una porta di calcio per far divertire i propri figli; sedersi sui rami delle antiche e splendide magnolie che circondano la Castelluccia, dondolandosi su quelli più bassi». E, poi ci sono i comportamenti che ledono «l'immagine non solo della Reggia ma di questa bellissima terra» come «percorrere gli spazi del Museo a torso nudo; lasciare in giro rifiuti e bottiglie di plastica nei prati» o, ancora, quelli pericolosi «l'accesso con noncuranza ad aree di cantiere o ad altri spazi interdetti al pubblico».


Il direttore, continua la sua missiva facendo appello al senso di responsabilità: «Abbonarsi alla Reggia non consente di consumare ad uso proprio questo bene preziosissimo. Come Museo dello Stato, le attività di cura, manutenzione e pulizia vengono effettuate con i soldi di tutti i contribuenti italiani, quindi anche con i tuoi. Abbonarsi alla Reggia, significa volerne essere custode, voler far parte di una squadra nel nome di valori e responsabilità condivise».



L'abbonamento, peraltro, come precisa lo stesso direttore, non dà diritto «all'accesso prioritario», insomma, anche chi è abbonato è tenuto a fare «la fila insieme ai visitatori. Anzi, in virtù dello spirito che dovrebbe orientare i visitatori più fedeli, come spesso vi abbiamo definiti, lascia il passo ai visitatori che vengono da lontano e che forse solo una volta nella loro vita avranno modo di godere di questa bellezza». Quindi, il direttore si rivolge agli «altri» abbonati, quelli che nutrono «un amore profondo per la Reggia e considerano questi comportamenti esecrabili», chiedendo «di aiutarci nel difendere i luoghi da chi, evidentemente, non li ama». Quindi, Maffei avverte che, come previsto dalla norma «gli abbonati sorpresi a violare il regolamento di visita possono essere allontanati e vedere il proprio titolo di accesso sospeso. E dall'1 agosto i provvedimenti saranno applicati con assoluto rigore». E chiude con una puntualizzazione: il Museo «è un bene di tutti e, perciò, sarebbe opportuno trasformare il senso di possesso in senso di appartenenza».
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Il Mattino