«Quando due anni fa sono scappato dalla Nigeria, non avrei mai immaginato di lavorare in un posto meraviglioso come la Reggia di Caserta». Così Odigia Bright,...
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Quattro rifugiati politici che grazie allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti Asilo e Rifugiati del Ministero dell'Interno e dell'Anci, ora daranno man forte alle maestranze che si occupano della manutenzione ordinaria dell'immenso patrimonio verde della Versailles italiana. Il tutto nell'ambito del progetto «Accolti e attivi», realizzato dall'Arci e dalla società cooperativa Solidarci, in partnership con l'Istituzione museale diretta da Mauro Felicori. I quattro rifugiati, residenti tra Santa Maria Capua Vetere, Gricignano d'Aversa e Santa Maria la Fossa, hanno iniziato il loro tirocinio il 28 marzo scorso e continueranno a lavorare fino al prossimo giugno. La loro attività non comporta alcun costo aggiuntivo né per la Reggia di Caserta né per altri enti territoriali. Tali attività sono finanziate dalle risorse dello SPRAR, che ha tra gli obiettivi proprio quello di formare professionalmente i rifugiati, dando loro la possibilità di rendersi autonomi. «Con questo progetto non risolviamo tutti i problemi della manutenzione dei 130 ettari di verde che insistono nel perimetro della Reggia - ha dichiarato nel corso della conferenza stampa il direttore Mauro Felicori - ma di sicuro l'apporto di questi tirocinanti-rifugiati sarà prezioso. Il lavoro di manutenzione del parco è immane, e servirebbero ben altre risorse. Devo però sottolineare un dato che mi riempie di orgoglio: il Palazzo Vanvitelliano fa da apripista e spero che anche altre istituzioni museali possano contribuire fattivamente all'integrazione e all'accoglienza di chi scappa da guerre e conflitti.
Solo trasferendo loro saperi e competenze, si contribuisce alla crescita umana dei profughi che iniziano così quel percorso che li poterà a diventare nostri concittadini: e la funzione di un'ente museale è anche questa, contribuire alla formazione di nuovi cittadini». «Progetti come »Accolti e attivi« - ha aggiunto Felicori - sono utili non solo a chi vi partecipa per apprendere un nuovo mestiere o una nuova professionalità, ma anche alle istituzioni locali e agli enti, come quelli museali, che devono fare i conti quotidianamente con complesse macchine organizzative e con una carenza cronica di personale specializzato».
Il Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto ha ricordato che «solo pochi anni fa si parlava di Caserta per le stragi di immigrati.
Il Mattino