CASERTA - Il primo «sì» alla Reggia di Caserta è sempre più vicino. Dopo l’apertura dei vertici del monumento a concedere spazi per i...
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«Il Palazzo reale casertano piace per questo nuovo fenomeno delle grandi feste di matrimonio degli stranieri, diventato un segmento importante dell’industria del turismo», spiega Bianca Trusiani, tour operato esperta del settore. «Con la riforma Franceschini e l’autonomia del monumento vanvitelliano c’è stata una apertura significativa al comparto». Nessuno pensa ad eventi nazional-popolari, stile «Boss delle cerimonie» per intenderci. «Siamo invece di fronte – spiega – a un target internazionale a cui offriamo l’occasione di vivere il nostro patrimonio culturale e d’altro canto è un’opportunità per i musei di incassare dagli eventi». Trusiani elenca anche i Paesi che stanno mostrando maggiore interesse: «I principali contatti arrivano da buyers indiani, cinesi e brasiliani, i più entusiasti di Caserta». E pensare che il Palazzo non fu concesso a Carlo di Borbone nel 1998.
«Nessuna profanazione del monumento», premette subito il direttore Felicori e aggiunge: «Del resto, i Borbone appena potevano ci facevano le feste qui. Abbiamo la possibilità di intercettare una fetta di mercato molto interessante. Ovviamente tutto deve avvenire compatibilmente con le preminenti esigenze di tutela del sito Unesco e di garanzia dei flussi di visitatori, oltre che in totale sicurezza per tutti». Servono regole precise, dunque, «ma serve anche un tessuto imprenditoriale locale capace di accogliere personalità di rilievo», puntualizza Trusiani. Se si ricorda come è appena finita per il G7 dell’Economia, spostato da Caserta a Bari dopo il «no» del governo dovuto anche alla scarsa capacità ricettiva, è chiaro che il nodo da sciogliere è ben stretto. Gli esperti hanno già valutato gli spazi da utilizzare: «Al piano nobile l’Aeronautica ha lasciato libere molte sale che se allestite sarebbero perfette, poi ci sono i cortili e il parco». Capitolo diverso dalle feste di nozze sono i matrimoni religiosi, su cui è calato invece il divieto assoluto del vescovo di Caserta, Giovanni D’Alise, a tenere cerimonie nella Cappella Palatina. Mentre per i matrimoni civili è polemica con il Comune. Il sindaco Marino e l’assessore al ramo Borrelli vorrebbero infatti puntare tutto sul complesso di San Leucio. «Noi resti«mo disponibili al confronto», taglia corto Felicori.
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Il Mattino