Sette metal detector fissi, un sistema di controllo bagagli a raggi x e telecamere di ultima generazione per difendere la Reggia di Caserta da ogni tipo di pericolo sul fronte...
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La grande novità è rappresentata dall’arrivo di telecamere ultramoderne, capaci di catturare immagini in alta definizione e lanciare un allarme alla sala regia anche se solo qualcuno si avvicina troppo a un’opera. Saranno sistemate pure all’esterno, come ad esempio nel parcheggio per i dipendenti e saranno in grado di riconoscere le auto non autorizzate, segnalando l’anomalia. L’obiettivo è affidare alla tecnologia un ruolo fondamentale per la vigilanza.
Ma quando sarà pronto tutto questo sistema innovativo? Non prima degli inizi del 2017. Troppo tardi secondo i responsabili del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che hanno avviato un pressing sui vertici di Palazzo Reale per accelerare e avere al più presto a disposizione almeno una parte dei metal detector. E questa sembra la strada segnata: la sovrintendenza speciale potrebbe produrre uno sforzo economico nella sua autonomia per sistemare subito i primi metal detector. Poi si dovrà affrontare la questione di chi gestisce i controlli: i custodi non hanno le competenze e la formazione adeguata per essere investiti del nuovo ruolo.
Anche sul versante della videosorveglianza qualcosa si muove. Attualmente solo 3 dei 22 monitor della sala regia rimandano le immagini delle telecamere del Palazzo, perché manca il collegamento tra impianti e sala. Il problema sarà risolto entro fine ottobre dal Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, che riaprirà il Teatro di corte sostenendo i costi della sicurezza. Poi è in corso il progetto finanziato con 70mila euro per 50 nuove telecamere.
Ma restano troppe falle, come quelle legate alla facilità d’ingresso da diverse zone dei 120 ettari di parco, privo di occhi elettronici. I ragazzini che ogni estate entrano per tuffarsi dal torrione li conoscono a memoria. Sono tre su tutti: il primo è su corso Giannone, dove accanto alla fontanella chiusa sono state divelte alcune lance dell’inferriata che delimita il parco. Non si sa quando e da chi e perché non siano state rimesse. Scavalcare da lì è un gioco. Come anche accanto al ponte di Sala, in via M.A. Fusco, dove all’altezza del civico 29 c’è un palo dell’illuminazione pubblica usato per la salita, tanto che nel muro sono stati creati dei gradini per facilitare l’impresa. Infine altro varco gratuito gettonato è a San Leucio, accanto al cancello che dà sulla fontana di Diana e Atteone, in via Maria Cristina di Savoia. Anche qui ai lati del cancello si è creato un percorso per scavalcare. Nessuna telecamera e nessuna presenza di custodi fa da deterrente. Anche da qui bisogna ripartire.
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Il Mattino