Caserta, rifiuti e degrado: l'ex “cimiterino” ridotto a discarica

L'area cimiteriale fu realizzata ai primi anni 2000 dalla società Euroservice

Caserta, rifiuti e degrado: l'ex “cimiterino” ridotto a discarica
La faccia cupa, un signore di mezza età discende i gradini che portano al cancello chiuso di quella che in via Giorgio La Pira era l'area di sepoltura di animali...

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La faccia cupa, un signore di mezza età discende i gradini che portano al cancello chiuso di quella che in via Giorgio La Pira era l'area di sepoltura di animali domestici, oggi uno spaccato di un qualunque pezzo della Striscia di Gaza devastato dalla guerra. L'accostamento non è esagerato, basta affacciarsi a quel cancello, un bombardamento non farebbe di peggio, una storia che ha del grottesco, un reportage che questo giornale ha ripetuto in sei occasioni, dal luglio 2022 all'agosto 2023 senza che ne siano derivati risultati, soltanto noncuranza per perpetuare una vergogna che è estetica, igienica, immorale per sbandierati sentimenti di rispetto per gli animali, in questo caso per quelli morti.

La cupezza dell'interlocutore la riassumiamo in queste poche righe di introduzione all'ennesimo reportage, il settimo, certamente destinato alla indifferenza di enti e istituzioni che continuano a ignorare l'indicibile stato di degrado in cui versa quello che era “il cimiterino degli animali”, dirimpettaio a quello degli umani in piazza della Rimembranza. Il signore incontrato domenica, mentre risale in auto in via la Pira, dice: «La visita nella giornata festiva al cimitero per un fiore alla memoria dei miei cari si completava con quella al rettangolo di marmo nel cimiterino degli animali, Dolly, una cagnetta cui mancava la parola, per oltre dieci anni aveva riempito la nostra casa con la sua pur minuscola presenza, meritava anche lei un pensiero accorato come quello dedicato ai nostri cari. Mia moglie non ci viene più, quando ci passiamo gira la faccia altrove».

Giriamo l'angolo dopo una panoramica dal cancelletto, alle spalle c'è un'azienda di manutenzione di giardini, lo spettacolo dell'area ex cimiteriale è ancora più desolante, a quello in parte descritto si aggiungono grandi sacchi stracolmi di rifiuti di plastica debordanti, decine di piatti e contenitori sparsi dappertutto, avanzi di alimenti portati da gente di buon cuore per la colonia di gatti che si è sistemata nell'area, ogni tanto il fruscio del passaggio di topi che sembrano cincillà. E poi la malinconia, lapidi spezzate, ogni tanto le foto sugli ovali di smalto di gatti e cani e uccellini, anche un serpente, le piccole tombe dove non soltanto bambini ma persone adulte soprattutto venivano a rinnovare ricordi di scodinzolìi, miagolii, fusa e allegro abbaiare di esseri viventi a quattro zampe che alla loro dipartita avevano lasciato l'uguale vuoto delle persone, in questo caso degli esseri viventi con cui per anni si era convissuto. La storia e la cronaca, oggi grottesca.

Questa area di sepoltura il 27 di maggio del 2020 su disposizione della Procura della Repubblica veniva sottoposta a sequestro penale dai carabinieri del Nucleo di polizia ambientale e forestale di Caserta. Il provvedimento seguiva analoga disposizione, evidentemente ignorata, del novembre 2019. In questa circostanza ci fu lo si apprendeva da una comunicazione ufficiale «un'operazione interforze nell'ambito dei servizi di contrasto per la Terra dei Fuochi programmati dalla cabina di regia dell'incaricato, vice prefetto Gerlando Iorio, procedevano gli agenti della polizia municipale di Caserta, militari dell'Esercito, agenti della Polizia di Stato, personale dell'Arpac e dell'Asl».
Un dispiegamento di forze per sequestrare un giardino e condannarlo a discarica. L'area cimiteriale, un giardino curatissimo bello pur nella malinconia che suscitava, fu realizzata ai primi anni 2000 dalla società Euroservice di Luciano Meola, nel maggio di venti anni dopo si rilevavano una serie di irregolarità amministrative, mancanza di autorizzazioni specifiche anche di natura igienico-sanitaria.

Un ventennio, 240 mesi per accertare carenze su una struttura aperta e operante sotto gli occhi tutti, al centro di iniziative cui negli anni partecipavano amministratori comunali, personaggi dello spettacolo, anche sacerdoti per esaltare una iniziativa che fu tra le prime in Italia meridionale, presa a modello per realizzazioni consimili fatte a Milano e Roma. La legge va rispettata, ovviamente. La Procura della Repubblica ordinava il sequestro anche per motivi igienico-sanitari e il giardino s'è fatto vergognoso immondezzaio. Tutto normale? «No» ci risponde Adriana Giusti, garante dei diritti degli animali, nominata dal sindaco Marino nel 2022 , anche gli animali morti hanno dignità. «Chiederò spiegazioni all'assessore competente».

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Il Mattino