Rifiuti, spesi 4 milioni ma il sito di compostaggio è fermo a San Tammaro

un sito di compostaggio
CASERTA - Non c’è traccia dell’impianto di compostaggio di San Tammaro sulla cartina delineata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che...

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CASERTA - Non c’è traccia dell’impianto di compostaggio di San Tammaro sulla cartina delineata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato la volontà di intervenire sul piano di smaltimento e di costruire nuovi impianti per il trattamento della frazione umida dei rifiuti in Regione Campania, individuando anche quattro nuovi siti in provincia di Caserta. Eppure la struttura tammarese doveva essere una delle prime a diventare operativa, dato che già nel 2004 erano partiti i lavori di costruzione. «Un fiore all’occhiello» nell’ambito di una cittadella perfetta dove - secondo i piani dell’ex commissariato di governo per l’emergenza rifiuti - si sarebbe dovuto realizzare tutto il processo del ciclo integrato. Annunciato come polo tecnologico all’avanguardia per il trattamento dell’umido, l’impianto non è mai stato ultimato nonostante una parte sia già in piedi: «Sono stati spesi oltre quattro milioni di euro per costruirlo, ma attendiamo ancora che venga attivato definitivamente», dice il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino che aggiunge: «Entro breve potrebbe essere superato anche un vincolo posto dalla Sovrintendenza a causa della vicinanza con la Reggia di Carditello». 

Di fatto la struttura potrebbe entrare in funzione, anche perché ci sono circa 11 milioni di euro stanziati dalla Regione nel 2011 che potrebbero portare al completamento dell’impianto di compostaggio. «Nonostante numerosi tavoli tecnici la situazione versa in una fase di stallo e da qualche mese non ci sono grandi aggiornamenti sulla questione», fanno sapere i responsabili della Gisec, società provinciale che si occupa della gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Nel corso del tempo il grande capannone dove dovrebbe sorgere l’impianto è stato utilizzato anche per ospitare le ecoballe. «Successivamente, nel 2008 fu ripulito, ma senza alcun intervento per ultimare i lavori» precisa Cimmino che più volte ha chiesto il completamento dell’opera. Poter trattare i rifiuti umidi in provincia di Caserta, senza doversi per forza affidare a ditte private, con il trasporto anche fuori regione, è una prospettiva che molte amministrazioni comunali stanno prendendo in considerazione. In questo modo, infatti, si potrebbe abbassare notevolmente la tassa dei rifiuti, sulla quale incide pesantemente la quota relativa allo smaltimento della frazione umida.
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Il Mattino