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Al via oggi i saldi estivi. La stagione degli sconti, però, apre fronti di dibattito dalle vie dello shopping cittadino fino ai due grandi poli commerciali di Marcianise e non solo. Perché da qualche anno il nemico dei negozi di prossimità è anche l'e-commerce. Ed è soprattutto per arginare questo tipo di concorrenza impari che a febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Legislativo di attuazione della Direttiva europea "Omnibus" che, dal primo luglio, impone ai negozi fisici e online di indicare il costo più basso assegnato al prodotto nei 30 giorni precedenti la promozione.
«Bene la norma, ma difficile il controllo e la verifica della trasgressione - commenta Ovidio Marzaioli, vice presidente nazionale e presidente regionale del Movimento Consumatori - soprattutto se il trasgressore è il negozietto di vicinato. Più difficile sfuggire alle regole per franchising e vendite online ma per tutti vale l'invito: segnalate anomalie sul nostro sito, allerteremo le autorità competenti».
Intanto, si alzano le saracinesche sui primi saldi con nuove regole «sulla base delle quali - annuncia Salvatore Petrella, presidente Confesercenti Caserta - abbiamo lanciato l'iniziativa "saldi trasparenti", un vademecum di regole a cui sono chiamati ad aderire i nostri associati. Resta però il fatto che i saldi estivi andrebbero posticipati almeno a fine luglio, considerato che il clima è cambiato e il grande caldo è appena iniziato». E, sondaggi alla mano, il direttore provinciale Confesercenti Gennaro Ricciardi fa sapere che l'interesse per i saldi di sei consumatori su dieci è motivato in parte dal caro-vita, in parte dal cambiamento improvviso delle temperature, soprattutto dopo una primavera più fredda del solito che ha frenato gli acquisti di capi e calzature primaverili ed estivi. Il budget medio stimato è di circa 227 euro, ma il presidente di Confcommercio Lucio Sindaco avverte: «Sarà un mezzo flop perché in tanti ignoreranno i saldi, per timore dei rincari d'autunno e di una recessione.
E mentre il fronte delle opinioni si spacca, Gerardo Prodromo dell'omonimo negozio di abbigliamento di via San Giovanni e presidente del gruppo Federmoda di Confcommercio fa notare: «A Caserta le strade sono vuote, e se non si creano attrattive rimarremo a parlare di grandi attrattori come la Reggia, San Leucio, Casertavecchia e mai di presenze in città». In sintonia Mario D'Anna dello storico negozio di abbigliamento e scarpe di via Mazzini: «Fino a una decina di anni fa la città accoglieva clienti da Napoli e da tutta la Regione perché era accogliente e vivace, grazie anche agli eventi, e con parcheggi comodi per le vie dello shopping. Oggi quei parcheggi sono chiusi e piazza Dante, un tempo salotto della città, appare brutta tra palazzi scrostati e sosta selvaggia. Anche questo fa la differenza con città come Benevento, graziosa e accogliente come è stata e potrebbe ancora essere Caserta».
Di avviso opposto Rita De Simone che, insieme al marito Antonio Punzo, gestisce il negozio di abbigliamento e accessori "Tene" di corso Trieste: «Le vendite vanno bene, anche se attendiamo il boom di presenze nel weekend. Da noi arrivano persone abituate ai centri commerciale: si vede da come trattano la merce, da come la lasciano sul banco. Clienti da "rieducare", diciamo, al rapporto umano e che attestano un cambio di tendenza che lascia ben sperare i negozi di prossimità». E c'è chi, come Pigalle di via San Giovanni, ha anticipato i saldi di una settimana per i clienti più fedeli. «Questo significa coltivare rapporti - spiega il titolare Enzo La Camera - ed è un investimento che premia. Come premia la proposta di articoli insoliti, prodotti da piccole aziende campane che contengono i costi. Speriamo di battere cassa più e meglio dello scorso anno che pure andò bene».
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