San Leucio, cucciolo di cinghiale ferito. I residenti: «Pericolo per loro e per noi»

Emergenza anche al Belvedere

I cinghiali a San Leucio
Ieri pomeriggio, lungo la strada che collega San Leucio a Vaccheria, un giovane cinghiale ferito, investito da un'auto, sostava spaventato dal passaggio delle auto e dei...

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Ieri pomeriggio, lungo la strada che collega San Leucio a Vaccheria, un giovane cinghiale ferito, investito da un'auto, sostava spaventato dal passaggio delle auto e dei curiosi. Da tempo ormai i cittadini del luogo denunciano la presenza, sempre più corposa, di intere famiglie di Sus scrofa, questo il nome scientifico, che se da un lato diventano un'attrazione per i più piccoli dall'altro costituiscono un pericolo serio, sia per chi vive in quelle zone, sia per gli automobilisti. «È da tempo - spiega Domenico Villano, presidente della Pro loco di San Leucio - che segnaliamo la presenza di cinghiali in zona. Vivono nel bosco sulla collina e tante volte sconfinano anche nel Belvedere. La questione è che si muovono in cerca di cibo e quando non ne trovano a sufficienza scendono per le strade del borgo dove hanno nelle buste dei rifiuti, non essendoci i cassonetti per depositarle, cibo a portata di zampa e di bocca». I boschi di quella che fu la Real colonia sono stati sempre abitati dai cinghiali ed erano così tanti che re Ferdinando li cacciava quotidianamente: «La giornata è stata molto propizia per la nostra caccia - scriveva il sovrano alla moglie Maria Carolina il 19 novembre 1788 da San Leucio -  che è andata molto bene ed io ci ò avuto fortuna avendo ammazzati trè Cervi e sei Cignali, dei quali uno molto grosso».

Ora sono tra le strade e seminano paura. «Da quando c'è stata la pandemia - dice Nadia Ersilia Atzori, psicologa che abita a Vaccheria - hanno iniziato ad avvicinarsi sempre di più alle zone abitate. Il problema c'è ed è serio. Per quanti come me abitano in zone circondate dal verde la possibilità di trovarseli in casa è altissima. Lo scorso anno erano, per esempio, nell'orto di mia suocera e solo per un caso fortunato non ce li siamo ritrovati sulla balconata. Sono pericolosi se siamo in casa, sono pericolosi, per noi e per loro, quando sono per strada; soprattutto la notte guidare è un grosso rischio. Tra l'altro in questo periodo dell'anno sono con i cuccioli e quindi le mamme diventano aggressive».


Il cinghiale è stato inserito nella lista, a livello planetario, delle cento specie invasive molto dannose. Le città ne sono invase, la capitale docet. Eppure, in questo caso non vale il detto del mal comune mezzo gaudio perché la pericolosità è tale da essere un problema di necessaria risoluzione. «Non me ne vogliano gli animalisti - continua Villano - ma bisogna trovare al più presto una soluzione. Chi abita in queste zone vive costantemente con la paura di incontrarli. È capitato proprio a me qualche settimana fa. L'unico pensiero che ho avuto è stato quello di allontanarmi il prima possibile sperando di rimanere illeso». A dare la sensazione di pericolo è anche la scarsa illuminazione di molte zone al confine con il bosco.


 

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Il Mattino