CASERTA - Aula bunker di Santa Maria Capua Vetere, entra nel vivo la ricostruzione delle fasi salienti dell’inchiesta a monte del primo processo in Italia che abbia ad...
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L’ospedale in questione è il «Sant’Anna e San Sebastiano» di Caserta, teatro di uno dei tanti scandali che hanno sconvolto la sanità campana. A giudizio ci sono quattordici persone, colletti bianchi che avrebbero «venduto» gli appalti per l’installazione dei distributori di snack e bibite nei locali dell’ospedale ad aziende vicine al clan Zagaria. L’inchiesta coinvolse esponenti di partiti di centrosinistra e di centrodestra, inclusa la Lega Nord. Per la Dda di Napoli gli appalti truccati erano nel contempo un mezzo per dare lavoro alle aziende del clan dei Casalesi e uno strumento per garantirsi un massiccio bacino di voti. E, ieri, i due ufficiali di polizia giudiziaria (uno del Ros, l’altro della Dia), interrogati dal collegio difensivo per il controesame, hanno parlato proprio dei rapporti che Franco Zagaria (cognato defunto del boss Michele) avrebbe intrattenuto per anni con esponenti di spicco dell’Udeur, da Fantini fino a Tommaso Barbato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino