Scheletro davanti alla Reggia di Caserta: il doppio mistero dalla fuga di Salvatore al corpo nelle siepi

Il racconto del fratello al Mattino

«A oggi non mi è giunta alcuna comunicazione ufficiale del decesso di mio fratello, né ho ricevuto inviti da parte delle forze dell'ordine e della...

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«A oggi non mi è giunta alcuna comunicazione ufficiale del decesso di mio fratello, né ho ricevuto inviti da parte delle forze dell'ordine e della magistratura per riconoscerne il corpo». Così Giuseppe De Spirito, titolare di una polleria nel centro di Vitulazio. Lui è il fratello maggiore di Salvatore, l'uomo di 51 anni il cui scheletro è stato trovato qualche giorno fa, in piazza Carlo di Borbone, davanti alla Reggia di Caserta, come lasciano supporre i documenti ritrovati dalla polizia e la corporatura robusta che si evince da un cadavere comunque in avanzato stato di decomposizione. Dopo il ritrovamento, reso possibile mercoledì grazie a un cane molecolare delle unità cinofile della polizia giunto da Milano Malpensa, autorità giudiziaria e forze dell'ordine adesso attendono solo di avere la conferma ufficiale dal Dna. Ma c'è quasi la certezza che quel cadavere sia di Salvatore scomparso a Capua a luglio in circostanze poco chiare.

De Spirito, 51 anni, all'anagrafe risultava residente in una palazzina popolare in via Francesco Petrarca, ma in realtà fino alla scomparsa era domiciliato in un centro di accoglienza per persone con disturbi psichiatrici alla periferia di Capua. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, stava scontando una misura alternativa alla detenzione (era stato fermato per rissa e minacce). A riferirlo è proprio il fratello maggiore Giuseppe, il quale, però, non è stato convocato dalle forze dell'ordine proprio perché in attesa dei risultati degli accertamenti di laboratorio. Fatto sta che il commerciante ha fornito alcuni dettagli importanti sul fratello Salvatore. Come, ad esempio, una forma accentuata di autolesionismo che lo ha portato più volte a procurarsi tagli al braccio. L'uomo potrebbe essere stato colto da un irrefrenabile impulso, che potrebbe avergli causato una ferita mortale.

Se sia stato un malore, un omicidio, un incidente o una morte naturale sarà il consulente nominato dalla Procura a stabilirlo. Ma c'è anche da capire come sia stato possibile che quel corpo, privo di vita, fosse da tempo fra le siepi della piazza antistante il complesso borbonico, frequentato quotidianamente da turisti e cittadini, senza che nessuno se ne sia mai accorto. Grazie alla testimonianza del fratello Giuseppe, raccolta ieri nel suo esercizio commerciale, è stato possibile ricostruire il momento della scomparsa, tra il 16 e il 20 luglio. «Ho saputo della scomparsa di mio fratello dalla titolare del centro di accoglienza in cui era da tempo domiciliato - dice - e ho saputo che Salvatore aveva fatto perdere le proprie tracce dopo essere entrato nell'ufficio postale nel centro di Capua per prelevare dal suo libretto postale 300 euro, frutto di giacenze ereditate dalla madre defunta, che gli servivano, aveva detto, per andare a mare».

Il cinquantunenne sembrerebbe poi essere stato avvistato - qualche giorno dopo la scomparsa - a Santa Maria Capua Vetere, prima in una gelateria, poi nei pressi della stazione ferroviaria. «Mi sono recato in quell'attività commerciale di Santa Maria - aggiunge Giuseppe - e da due dipendenti ho avuto conferma in tal senso». L'ultimo avvistamento risale comunque al periodo estivo, quando il cinquantunenne è stato notato nei pressi della stazione ferroviaria di Caserta. Il racconto di Giuseppe rende ancora più rilevante l'importanza delle immagini catturate dagli impianti di sorveglianza dell'ufficio postale di Capua, della gelateria e delle due stazioni ferroviarie. C'è da capire se il cinquantunenne si sia mosso da solo o in compagnia, ma soprattutto se dietro la sua morte dovesse celarsi una mano assassina comprendere il luogo esatto della sua uccisione. 

 

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Il Mattino