Francolise, il parroco dopo l'auto incendiata: «Perdono l'autore del raid»

Un ignoto aveva versato liquido infiammabile sulla vettura prima di darle fuoco

Francolise, il parroco dopo l'auto incendiata: «Perdono l'autore del raid»
«Quando mi sono accorto delle fiamme il mio pensiero non è andato all'automobile o a me ma è stato subito rivolto ai miei vicini e alle vite umane del...

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«Quando mi sono accorto delle fiamme il mio pensiero non è andato all'automobile o a me ma è stato subito rivolto ai miei vicini e alle vite umane del paese». Sono le prime parole di don Marcos Aparecido de Gòes dopo il raid incendiario alla sua auto nella notte tra sabato e domenica. «Il mio pensiero era per voi - si rivolge ai propri fedeli il sacerdote - al fatto che una persona potesse aver preso di mira la nostra comunità». Pronunciandosi in chiesa, il parroco di San Germano Vescovo nella frazione di Sant'Andrea del Pizzone usa parole misurate e mostra apertura verso l'autore dell'atto: «Io perdono la persona che ha commesso questo gesto e che non si può dire che non sia contro di me. Ha perso i propri valori e non è una persona felice, solo il perdono può, in un modo o nell'altro, cercare di recuperarla».

Frasi che raccolgono gli applausi di centinaia di persone che stanno mostrando la più incondizionata solidarietà al sacerdote di origini brasiliane. Prima del perdono e del recupero dell'ignoto che ha versato liquido infiammabile sulla vettura prima di darle fuoco, però, c'è bisogno dell'individuazione e del fermo. E le indagini dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone hanno ormai chiuso il cerchio: ad aver illuminato con le fiamme via Felice D'Amico all'alba di domenica è stato un uomo di Francolise. Il dossier degli inquirenti è ora sul tavolo dell'autorità giudiziaria, alla quale spetterà analizzare il materiale acquisito e dettare i tempi delle operazioni. E la sensazione è che in queste ore possa esserci la svolta nella caccia all'uomo. Quello che appare certo è che non è stato un avvertimento commissionato da clan di camorra o dalla criminalità organizzata, ma è arrivato dalla "pancia" stessa del paese.

Nè Francolise né tantomeno la sua frazione sono storicamente terre di camorra, perlopiù il sacerdote brasiliano non ha mai organizzato iniziative anticlan. Non solo: a unire i puntini ci sarebbero alcune testimonianze del fedeli, secondo i quali nella frazione non tutti apprezzano il modo in cui il parroco gestisce l'attività pastorale, ritenuta troppo rigida. Proprio a seguito di questi dissapori, negli ultimi mesi si starebbe addirittura verificando una “migrazione” dei fedeli verso altre parrocchie.

In attesa di conoscere la verità sul raid incendiario, la comunità - sia quella istituzionale che la popolazione stessa - si muove tra la solidarietà diffusa e la ferma opposizione ad ogni atto di violenza. In più occasioni gli amministratori, col sindaco Gaetano Tessitore in prima linea, hanno ribadito «la necessità di opporsi con forza a qualsiasi azione criminale. Francolise non conosce episodi del genere nella sua storia e non vuole abituarsi». E a ricalcare proprio questa urgenza sociale è la vicinanza mostrata in queste ore al parroco, che proseguirà la propria attività pastorale a Francolise, dove è anche amministratore parrocchiale a Santa Maria delle Grazie, oltre ad essere delegato diocesano per il Diaconato Permanente.

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Il Mattino