«Scippo» al tribunale di Spartacus, Csm: «Si attivi il ministro Orlando»

«Scippo» al tribunale di Spartacus, Csm: «Si attivi il ministro Orlando»
Caserta. In molti hanno parlato di un ulteriore «scippo» al tribunale che ha pronunciato il primo verdetto contro il clan dei Casalesi: la sentenza Spartacus I. E...

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Caserta. In molti hanno parlato di un ulteriore «scippo» al tribunale che ha pronunciato il primo verdetto contro il clan dei Casalesi: la sentenza Spartacus I. E forse lo è. Perché nel territorio di competenza della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere - la sezione con un pool di magistrati che si occupa di misure che limitano la libertà personale dei capiclan e possono procedere alla confisca dei beni - sono spariti i comuni di Aversa, Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d’Aversa.



Questo perché il nuovo codice antimafia - che ha riorganizzato la competenza dei tribunali - ha previsto una deroga per i soli tribunali di Santa Maria e Trapani, ma lo ha fatto erroneamente, stando agli addetti ai lavori, perché l’ha calcolata tenendo contro del circondario e non della provincia. Peccato, dunque, che la maggior parte delle proposte di confisca dei beni alla criminalità organizzata provenga proprio dai quei quattro comuni dell’agro aversano, dei quali si è sempre occupato il distretto di Santa Maria. Stessa cosa per Trapani. Entrambi sono due palazzi di giustizia nevralgici nella lotta alla mafia e alla camorra perché insistono su aree che sono considerati i «feudi» di Matteo Messina Denaro e dei boss Michele Zagaria e Francesco Schiavone «Sandokan» del clan dei Casalesi. Ma ora in materia delle misure di prevenzione, strumenti chiave nel contrasto alla criminalità organizzata, i due tribunali rischiano di perdere una fetta consistente della loro competenza, l’80% dell’attuale carico di lavoro. Lo «scippo» avrebbe come conseguenza quella di intasare gli uffici giudicanti di Palermo e Napoli, «già pesantemente gravati» di lavoro.

A segnalare il problema «urgente» è il Csm che il 6 dicembre con una risoluzione ha chiesto al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di ripristinare la competenza originaria dei due tribunali minori, non riducendola al circondario, come prevedono le nuove norme, ma mantenendola all’intera provincia.

Una scelta «necessaria per garantire un’adeguata risposta giudiziaria di contrasto alla criminalità organizzata», come sottolinea la delibera approvata in plenum all’unanimità con il voto positivo dei consiglieri campani, come quello di Francesco Cananzi (relatori i consiglieri Paola Balducci e Antonello Ardituro). Occasione dell’intervento suggerito potrebbero essere le modifiche al Codice antimafia che sono state inserite nella legge di Stabilità in risposta ai rilievi formulati dal capo dello Stato quando promulgò le nuove norme Leggi l'articolo completo su
Il Mattino