Il vuoto retorico che sta rimbalzando nelle stanze dei palazzi della politica casertana, con il clamoroso annuncio della chiusura delle scuole e l’altrettanto sorprendente...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una linea pratica, quella che segue la procura diretta da Maria Antonietta Troncone che coordina i pm Carlo Fucci e Gennaro Damiano nell’indagine avviata sul finire del 2016. Gli accertamenti delegati ai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta (diretti dal tenente colonnello Nicola Mirante) sono tutt’ora in corso e stanno valutando, con i consulenti tecnici, la stabilità degli edifici che ospitano le scuole superiori nella provincia di Caserta, ma anche quelli che sono di competenza dei 104 comuni di Terra di Lavoro. Una mole consistente di accertamenti utt’ora in corso che partono da due precise ipotesi di reato. Accanto alla formulazione relativa alla presunta omissione di lavori in edifici, vale a dire gli adeguamenti che erano necessari ma non sono stati mai eseguiti in molte scuole, i pm stanno cercando di appurare se ci sia stata, negli anni, anche un’altra tipologia di condotta che configura una seconda ipotesi di reato: l’omissione di atti d’ufficio.
Gli inquirenti sono però ancora nella fase degli accertamenti delle responsabilità che includono l’analisi della posizione di un’ampia gamma di soggetti. Si va dagli amministratori dell’Ente Provincia ai responsabili politici dei Comuni, (naturalmente non solo quelli attuali) fino ai dirigenti scolastici. Gli adeguamenti andavano infatti chiesti a più livelli, in base alla tipologia di intervento necessario. E viene fuori, in questi giorni di clamore mediatico, che accanto a chi i fondi per gli interventi strutturali li ha chiesti invano, c’è anche chi - inspiegabilmente - non ha mai presentato istanze per ottenere i finanziamenti che avrebbero consentito di evitare il deterioramento degli edifici scolastici. D’altronde è chiaro che quella emersa in questi mesi non è certo una situazione recente, ma una circostanza che si è prodotta nel corso degli anni.
Sotto la lente d’ingrandimento, come detto, non ci sono solo gli edifici di competenza provinciale, ma anche quelli comunali. D’altronde i sequestri già eseguiti hanno colpito anche istituti per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado. Ed è logico ipotizzare che lo scenario futuro potrebbe riservare sviluppi analoghi, quando saranno completi gli atti relativi ai sei edifici per i quali la procura ha già valutato la richiesta di sequestro. Intanto, emerge che in vista della scadenza della proroga per la certificazione antincendio (dicembre 2017) poche scuole si erano adoperate per risolvere la situazione e trovarsi pronte per gennaio 2017. Capitolo a parte l’agibilità antisismica: a quanto pare, nessun istituto è a norma. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino