Sentenze «truccate» a Sessa Aurunca, domani interrogato il giudice Della Rocca

Sentenze «truccate» a Sessa Aurunca, domani interrogato il giudice Della Rocca
La ferita dell'ufficio del Giudice di Pace di Sessa Aurunca è profonda. È la seconda volta, nel giro di dieci anni, che la magistratura inquirente entra a gamba...

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La ferita dell'ufficio del Giudice di Pace di Sessa Aurunca è profonda. È la seconda volta, nel giro di dieci anni, che la magistratura inquirente entra a gamba tesa negli uffici giudiziari di Sessa Aurunca e indaga giudici non togati e avvocati. L'interrogatorio di garanzia per gli arrestati di venerdì scorso è previsto per domani. Il giudice onorario Umberto della Rocca dovrà scegliere di rispondere o no alle domande del gip di Roma che ha firmato il suo arresto. E dovrà calibrare le risposte se deciderà di fornire una spiegazione alle accuse di corruzione in atti giudiziari che hanno colpito non solo lui, ma anche il cancelliere Domenico Bosco con Vincenzo Bordone (entrambi ai domiciliari) e due avvocati: Armando Schiavone e Francesco Serao di San Cipriano d'Aversa. Per il cancelliere Bosco - ex vigile urbano e dipendente comunale - il gip ha disposto l'interrogatorio per il giorno 15 giungo. Difesi dagli avvocati Gianluca Di Matteo e Pasquale Diana, potrebbero avvalersi anche della facoltà di non rispondere. 

Ma da domani, l'ufficio del Giudice di pace di Sessa Aurunca riapre al pubblico senza due dei suoi componenti e da due giorni non si fa altro che parlare delle accuse mosse nei confronti del giudice Della Rocca, originario di Santa Maria Capua Vetere. «Fatti vecchi, era da un po' si chiacchierava e ci si domandava perché certe cose succedano solo qui», spiega un avvocato che frequenta l'ufficio. «E poi, come mai le opposizioni alle cartelle esattoriali erano affidate sempre agli stessi avvocati? Tutti provenienti dall'agro aversano, della stessa zona. Era evidente che qualcosa non andasse per il verso giusto», conclude il legale che vuole però restare anonimo. 

La curiosità sta nel fatto che a denunciare le anomalie sia stato Luigi Bagni, il giudice di pace finito nella rete degli indagati nel 2011 insieme al suo collega Della Rocca, poi assolto con tutti gli imputati dal reato di aver truccato sentenze per truffare le agenzie assicurative per auto. Storia diversa l'ultima inchiesta. Per la magistratura romana, la ricostruzione dei fatti è semplice: il cancelliere Domenico Bosco passava le pratiche di opposizione alla cartelle esattoriali notificate ad alcuni cittadini dall'Agenzia delle Entrate, al Giudice di Pace, Della Rocca. Quest'ultimo, dichiarava estinta la pratica per intervenuta prescrizione. Chi sborsava compensi per il lavoro svolto era il sistema giudiziario con soldi pubblici perché, una volta prescritta la cartella, i legali dovevano essere pagati. Non meno di 500 euro, ma fino a 700 euro per cartelle esattoriali che erano di poco meno di 200 euro. Un quadro a tinte fosche che ora gli indagati dovranno sbiancare con le loro deposizioni.

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Il Mattino