Si pente Mary, figlia di Venosa era la cassiera del casinò del clan

La «croupier» del clan
San Cipriano d'Aversa. È finita anche l’«irriducibilità» di Mary Venosa, figlia dell’ex boss Raffaele. La titolare del...

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San Cipriano d'Aversa. È finita anche l’«irriducibilità» di Mary Venosa, figlia dell’ex boss Raffaele. La titolare del «casinò on line» dei Casalesi si è pentita, seguendo le orme dei suoi genitori dopo essersi rifiutata, per due anni, di passare a collaborare con la giustizia. Ventisette anni, da qualche settimana Mary Venosa è in località protetta. L’8 febbraio scorso fu coinvolta, insieme ad altre 41 persone, in una inchiesta della Dda di Napoli ritenute affiliate alla mala casalese. Singolare il ruolo che ricopriva all’interno della nuova organizzazione della cosca. La giovane è considerata tra le menti più brillanti delle nuove leve del clan: gestiva, proprio per questa ragione, la piattaforma on line per le scommesse clandestine, un motore di soldi a getto continuo che fruttava migliaia di euro al giorno alla camorra. Un «casinò» virtuale a tutti gli effetti che la Dda bloccò proprio con l’arresto della Venosa. E nei primi verbali da collaboratrice di giustizia la ragazza ha confermato: «possedevo le password per gli accrediti dei clienti attraverso le quali puntavano il denaro per le scommesse». Le vittime non potevano «barare»: dalla cabina di regia, Mary e il suo ex fidanzato, Giuseppe Verrone, controllavano tutti gli accessi alla piattaforma e quindi i sottoconti, vale a dire il danaro che ciascun giocatore puntava per le partite ai tornei virtuali.
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Il Mattino