Adil, il testimone di nozze ha convinto il camionista: «Fermati, devi costituirti»

Adil, il testimone di nozze ha convinto il camionista: «Fermati, devi costituirti»
«Michele, è successo un casino», aveva detto Alessio. «Fermati e chiama le forze dell'ordine. Torna indietro, perché altrimenti passerai guai...

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«Michele, è successo un casino», aveva detto Alessio. «Fermati e chiama le forze dell'ordine. Torna indietro, perché altrimenti passerai guai peggiori». Questo è lo scambio di battute al telefono fra Alessio Spaziano e un poliziotto della Stradale in servizio a Caserta, Michele, suo testimone di nozze. Alessio Spaziano, 25 anni, è il camionista di Dragoni (Caserta) che ha investito e ucciso Adil Belakhdim, 37enne coordinatore SiCobas per la provincia di Novara, venerdì scorso.


LA DINAMICA
Adil era impegnato in una manifestazione sindacale davanti al centro distribuzione Lidl, quando Alessio ha superato la fila di camion che non riuscivano a uscire dal cortile della Lidl, ha ignorato un agente della Digos che ha mostrato il tesserino e ha preso in pieno il sindacalista. Poi, è fuggito. In preda al panico, ha deciso di fermarsi a due chilometri di distanza dal cadavere di Adil e ha telefonato al suo testimone di nozze, di Dragoni pure lui. L'unico che poteva aiutarlo, dosando esperienza e cautela. «Che devo fare?», gli aveva chiesto Alessio per la seconda volta, come se fosse un disco incagliato. «Consegnarti», aveva risposto Michele. E così, al casello autostradale sono arrivati i carabinieri di Novara che hanno chiuso il cerchio investigativo legato a una tragedia infinita che ha scosso l'Italia. Michele il poliziotto ora non vuole parlare. «Ha fatto solo il suo dovere», fanno sapere dalla questura di Caserta. Ma la verità è che grazie a lui, la fuga di Alessio è durata pochi muniti.


GLI ODIATORI SERIALI
Ora che il capitolo «indagini» sembra chiuso, almeno in parte (bisognerà ricostruire la dinamica) se ne apre un altro, condito da odio e rancore. Sì, perché mentre Alessio Spaziano è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Novara con l'accusa di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale, sulla sua pagina Facebook stanno scaricando la loro bile gli odiatori del web, travestiti da «difensori» degli operai e da paladini del giusto. «Che bravo che sei! Chi è contro la classe operaia non merita di vivere, marcirai in galera con trattamenti particolari», scrive Dario. «Andavi di fretta m.? Dovevi tornare a casa per rivedere le tue figlie forse? Ora chi lo dirà a quei poveri figli che il padre non c'è più per colpa di un bastardo come te? Non ho fiducia nella giustizia, ma dovrai venderti anche le mutande per risarcire quella povera famiglia, come minimo», scrive una donna commentando una foto di Alessio con le sue due figlie. Bestemmiatori compulsivi e collerici hanno dato libero sfogo alla rabbia.


A BAIA E LATINA


I messaggi non sono passati inosservati ai cittadini di Dragoni. Anche a Baia e Latina, paese dove vive il camionista con la moglie e figli, la popolazione è basita, ferma in un limbo, incredula per i fatti accaduti nel novarese ma anche per la spirale di veleno in rete. «Sui social è facile puntare il dito», dice il sindaco di Baia e Latina, Giuseppe Di Cerbo. «L'odio va sempre condannato e chi diffonde rancore sui social non ha una coscienza perché in questo modo si alimenta la violenza. Il web ha dato la possibilità a tutti di poter giudicare, anche quando sarebbe necessario il silenzio e il rispetto. Immagino la sofferenza della famiglia del sindacalista, non ho fatto altro che pensarci, allo stesso tempo - continua Di Cerbo - non si possono sputare sentenze prima che la magistratura si pronunci. Questo è un paese di duemilacento anime. Tutti si conoscono e la famiglia di Alessio non hai mai fatto parlare di sè, nè in bene nè in male». A Baia e Latina, Spaziano si era trasferito dopo il matrimonio, ma due volte a settimana era impegnato nei suoi viaggi verso il Nord per conto di una società di Castellammare di Stabia che si occupa di distribuzione di surgelati. Regolarmente assunto, viaggiava a bordo di auto-frigo per portare alimenti nei negozi di varie catene, fra cui Lidl. Intanto, domani è previsto l'interrogatorio il suo interrogatorio da parte del gip di Novara. Dovrà spiegare perché non si è fermato all'alt dell'agente della Digos. E perché non ha frenato alla vista dei manifestanti. Fino ad ora, non ha voluto ricostruire l'accaduto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino