CESA - Perquisizione presso l’abitazione della nuova compagna del sindaco di Cesa Enzo Guida. Nuovi sviluppi nell’ambito della vicenda che vede indagato il primo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I carabinieri, su ordine dei magistrati della procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord che indagano sulla torbida vicenda, hanno, infatti, eseguito una perquisizione presso l’abitazione di Erika Alma, attualmente consigliera comunale del Partito Democratico e presidente del civico consesso sino allo scorso anno, quando si dimise proprio per evitare strumentalizzazioni a causa del suo rapporto con il sindaco Guida. Massimo il riserbo degli investigatori, ma da quanto si è appreso, i militari avrebbero portato via un computer in uso all’esponente politica Dem. Sulla vicenda da registrare, dopo una nota del Pd (partito al quale appartiene anche il primo cittadino), un intervento dall’opposizione di «Cesa c’è». Nello specifico, il gruppo consiliare di Cesa C’è (rappresentato in aula da Ernesto Ferrante e Carmine Alma) e i dirigenti di Cesa C’è (Domenico Toscano, Salvatore Borzacchiello, Luigi Romeo, Marco Marrandino, Salvatore Guarino ed Eugenio Oliva) che «ritengono questa squallida vicenda di stalking ed atti persecutori gravemente lesiva dell’immagine di Cesa e dei suoi cittadini, esprimono solidarietà a chi ha dovuto subire tali azioni e pensano, senza se e senza ma, che occorra un atto vero di dignità e di rispetto verso il paese e le sue Istituzioni. Per noi le poltrone valgono zero rispetto al buon nome di un paese. Ve lo chiediamo di nuovo, pubblicamente: fate un passo indietro. Noi siamo pronti a fare la nostra parte». Insomma, un chiaro invito al sindaco a dimettersi.
«L’autosospensione di Guida “per tutelare l’immagine del partito e per rispetto nei confronti dei suoi iscritti”, - continua la nota - è un atto tatticamente astuto ma interno al Pd. Ma all’immagine di Cesa, dell’intero Consiglio comunale e dei cittadini che non sono iscritti o simpatizzanti del Pd, la Segreteria e il Direttivo del Pd, quest’ultimo ci pensa o no?».
«La dignità di un’intera comunità – conclude Cesa c’è - vale molto di più degli equilibri di poltrone e di potere interni al Pd. Le perquisizioni hanno riguardato gli uffici comunali che non sono di proprietà del Pd e sui giornali è finito un intero paese che si chiama Cesa, non Segreteria e Direttivo Pd». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino