CASTELVOLTURNO - Entra in un bar Tabacchi di Destra Volturno, a nord del centro storico della città di Castel Volturno e chiede un drink. Dopo averlo consumato al banco,...
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«Se non mi date cento euro non me ne vado da qui e sfascio tutto», urla l'uomo violento. A questo punto, il gestore del bar tabacchi chiama il 112 chiedendo un rapido intervento. Dopo pochi minuti arriva una pattuglia dei carabinieri che trova l'immigrato sul posto, ancora in stato di agitazione. I militari dell'arma provano a calmarlo, chiedendo di esibire i documenti e spiegare i motivi del suo comportamento. Ma lui fa resistenza e a questo punto per lui scattano le manette. Il violento è accompagnato in caserma e qui è formalizzato l'arresto con pesanti accuse: danneggiamenti, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Grazie all'esame sulle impronte digitali è anche identificato. Si tratta di un cittadino ghanese di trentuno anni, irregolare sul suolo italiano e con precedenti penali. Insomma, una cosiddetta testa calda che vive in un quartiere periferico di una città di provincia ormai fuori controllo dal punto di vista dell'ordine pubblico. Perché, seppure l'intervento dei carabinieri è stato immediato, in zona manca il controllo ordinario da parte degli organi competenti a garantire la sicurezza ai cittadini.
Gli organici di polizia e carabinieri sono sottodimensionati. Quelle dislocate a febbraio dall'allora ministro degli interni Marco Minniti sono state spostate nell'altra area di crisi di Mondragone, e la città di Castel Volturno deve fare i conti con un'illegalità diffusa che soprattutto nel periodo estivo dilaga. «Il nostro quartiere è terra di nessuno», dice chiaramente Valerio Boccone, residente del posto, dirigente dell'ufficio ecologico del Comune e fratello del gestore del bar tabacchi aggredito, che poi aggiunge: «L'altro giorno il sindaco Russo ha scoperto e denunciato qui da noi alcuni cittadini che hanno rubato i cassonetti dell'immondizia e se li sono posizionati a vista nei propri giardini. I roghi di rifiuti sono quotidiani. E sotto la luce del sole sono consumati tantissimi altri reati. Purtroppo qui chiunque può fare quello che desidera, e i prepotenti si trovano a proprio agio. Insomma, l'episodio verificato a mio fratello per noi è consuetudine». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino