Il soprintendente di Archeologia di Caserta respinge le accuse

Il soprintendente di Archeologia di Caserta respinge le accuse
«Non sono un venditore di reperti antichi, ero alla mostra di numismatica per semplice curiosità, essendo anche un collezionista, e perché invitato da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Non sono un venditore di reperti antichi, ero alla mostra di numismatica per semplice curiosità, essendo anche un collezionista, e perché invitato da più persone».

È così che il soprintendente di archeologia, belle arti e paesaggio di Caserta e Benevento, Mario Pagano, 64 anni, ha chiarito al giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere il motivo della sua presenza alla fiera di numismatica di Pastorano, tenutasi il fine settimana del 24-25 settembre, dove è stato arrestato in flagranza, insieme a un venditore settantenne di reperti archeologici che aveva il proprio banchetto alla mostra, per ricettazione di opere d'arte dai carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Napoli.

La procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto gli arresti domiciliari per Pagano, ma il Gip ha disposto per il soprintendente, difeso da Katiuscia Verlingieri e Emilio Lavornia, e l'altro indagato la misura cautelare obbligo di dimora, ridimensionando in parte la contestazione d'accusa. Per il Gip, il fatto integrerebbe gli estremi del tentativo. Per la procura, invece, Pagano era alla mostra-mercato organizzata in un hotel proprio per acquistare o scambiare reperti antichi di provenienza non lecita. I carabinieri sono intervenuti mentre Pagano e il venditore stavano analizzando dei reperti, in particolare dei vasi risultati risalenti al IV secolo a.C., ipotizzando che fossero oggetto di una compravendita.

I legali di Pagano si dicono sicuri «di riuscire a dimostrare l'innocenza del soprintendente».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino