Cira e appalti ai Casalesi: spunta la cimice che svela gli intrecci

Il Cira di Capua
Il 12 Maggio sarà il giorno dell’udienza del Riesame. Il giorno in cui Sergio Orsi e il figlio Adolfo, con gli altri indagati colpiti dall’ordinanza sugli...

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Il 12 Maggio sarà il giorno dell’udienza del Riesame. Il giorno in cui Sergio Orsi e il figlio Adolfo, con gli altri indagati colpiti dall’ordinanza sugli appalti indetti dal Cira, affronteranno la prova definitiva: la discussione davanti ai giudici del tribunale del Riesame di Napoli. E sarà l'occasione per valutare il lavoro svolto dalla Procura di Napoli e dal gip Isabella Iaselli sul fronte cautelare. Gli avvocati scaldano i motori, la Procura anche. Al centro, una serie di «contatti» fra tecnici del Cira e imprenditori in odore di camorra.

Appalti Cira, che affare! Bastava trovare un paio di «ganci» interni al centro italiano ricerche aerospaziali di Capua e ordire per bene un’offerta costruita a tavolino. E quei «ganci», per la procura Antimafia, avevano nomi e cognomi: l’ingegnere Vincenzo Filomena di Ariano Irpino e Francesco Pirozzi di Trentola Ducenta, insieme a Carlo Russo, unico fra i tre del Cira che ha risposto a tutte le domande del pm e del gip durante l’interrogatorio di garanzia.

Gli altri indagati, quasi tutti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Ma cosa viene fuori dai documenti e dalle informative dell’inchiesta? La politica, certamente. Incontri con esponenti di partiti con gli indagati. Di certo, emerge anche la necessità, per gli imprenditori «affamati» di gare, di trovare l’uomo che avrebbe fatto da messaggero fra Orsi (imprenditore condannato per camorra) e Pirozzi (geometra del Cira), individuato poi in Amedeo Grassia, ex consigliere comunale di Trentola Ducenta. E così, per svelare la rete di presunte connivenze gli inquirenti nel 2020, inseriscono un virus nel cellulare di Grassia perché viene intercettato mentre prende accordi per incontrarsi, fuori regione, con l’ex killer del clan dei Casalesi, Dario De Simone, oggi pentito.

Incontri che, stando alla procura Antimafia,  pare coinvolgessero altre persone della politica locale trentolese. Succede, dunque, che da un’inchiesta ne nasca un’altra: Grassia, infermiere in servizio a San Cipriano d’Aversa, nel giugno del 2020, viene seguito e spiato dalla Procura mentre si reca da Giovanni Cusano di Italia Viva a San Nicola la Strada. È la primavera di due anni fa: in auto, con lui, ci sono - secondo le informative - anche Sergio Orsi con Agostino e Luca Iovine. I quattro, nell’abitacolo, vengono sorpresi mentre parlano di una speculazione: creare un’autofficina nei pressi dell'uscita stradale della Statale Nola-Villa Literno, direzione Villa Literno. Stando alle indagini, il terreno in questione sarebbe stato confiscato nel maxiprocesso Spartacus I (ora lì esiste un ex deposito di calcestruzzo della Beton Pavè dei Reccia); i quattro stanno parlando del progetto di aprire l’attività (officina meccanica) simile a quella degli Iovine. A quel punto, Grassia sarebbe intervenuto spiegando che esiste già una realtà del genere nei pressi dello svincolo di Lusciano (Aversa Sud) dove si trova, ora, il «Motel 24». Sulla speculazione di Villa Literno e su Grassia come presunto «messaggero», ci sono ancora indagini in corso. Mentre sembra piuttosto «chiusa» la vicenda che coinvolge l’ingegnere Filomena del Cira.

Cosa avrebbe ottenuto Filomena in cambio delle informazioni sugli appalti a Sergio Orsi? Stando alla Dda di Napoli, non solo avrebbe intascato «mazzette» pari al 5 per cento dell’importo del lavoro, ma anche una «spintarella» per il figlio che aveva il sogno di entrare in Aeronautica. In pratica, Sergio Orsi si sarebbe poi interessato per raccomandare R. Filomena, che si apprestava a svolgere i quiz per il corpo dell’Aeronautica militare oppure, sempre stando alla ricostruzione, si sarebbe produgato per l’ingresso del ragazzo nella partecipata Leonardo. Insomma, un quadro di indizi enorme da smontare per gli indagati. E siamo solo all'inizio. Nell’inchiesta sono impegnati, fra gli altri, gli avvocati Mario Griffo, Renato Iaselli e Carlo De Stavola.

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Il Mattino