Sono al vaglio dei consulenti della Procura i documenti acquisiti due giorni fa in Comune, a Caserta, e nel Centro sociale «ex Canapificio» in viale Ellittico. Gli...
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Ci sarebbe un testimone che sta colloquiando con la Procura e che sta mettendo a disposizione degli inquirenti elementi tali da indurre i pm a fare chiarezza. Un ex operatore che sarebbe stato denunciato per appropriazione indebita e che ora sta raccontando, dall'interno, le dinamiche di gestione delle consistenti risorse affidate al Comitato Centro Sociale che si è accaparrato, nel 2017, il bando Sprar per due milioni e mezzo di euro l'anno. Una somma complessiva di sette milioni e 500mila euro che servono a coprire i costi dell'alloggio (venti appartamenti), del vitto e dei progetti di istruzione, formazione e integrazione. Soldi che, secondo la Procura, non sono stati usati nel modo opportuno.
La linea difensiva scelta dal Centro sociale è quella dell'attacco. Ritengono di essere stati «colpiti per vendetta» da un ex operato finito sotto processo. Lo si deduce dal lungo e articolato comunicato stampa divulgato ieri. La nota, che reca la firma di Fabio Basile e Giampaolo Mosca, entrambi nell'elenco degli indagati, fa riferimento a quella che secondo gli esponenti dell'Ex Canapificio sarebbe la matrice dell'inchiesta in corso. Secondo i due esponenti del Centro sociale, infatti, lo svolgimento dei controlli «è stato ritenuto utile dall'autorità giudiziaria a seguito di calunniose accuse rivolte nei confronti di alcuni operatori del progetto. Si tratta di circostanze del tutto infondate che provengono da un soggetto che era inserito nel progetto Sprar ma è stato estromesso dopo essere stato denunciato per appropriazione indebita». Secondo i firmatari della nota, «l'ex volontario si è appropriato di beni destinati allo svolgimento del progetto e che per questa ragione è stato rinviato a giudizio il prossimo 3 luglio». Secondo il contenuto della nota, le accuse dell'ex operatore sono la risposta «all'opera di pulizia avviata per impedire che fosse inquinata la correttezza nella gestione delle risorse. Confidiamo che l'autorità giudiziaria chiarisca ogni cosa in tempi brevi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino