Allo stadio col bimbo e preghiere a Gesù, chi è l'ultrà del pestaggio dei tifosi juventini

Un frame del video
E' stato fissato per il giorno 22 giugno, giovedì, l'interrogatorio di garanzia per Pasquale D'Orologio, Salvatore Romano e Giuseppe Banuchnet, i tre tifosi del...

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E' stato fissato per il giorno 22 giugno, giovedì, l'interrogatorio di garanzia per Pasquale D'Orologio, Salvatore Romano e Giuseppe Banuchnet, i tre tifosi del Napoli finiti ai domiciliari la settimana scorsa con l'accusa di aver preso parte all'aggressione ai supporter della Juventus, avvenuta su un'area di servizio il 15 maggio.

I tre destinatari della misura cautelare ai domiciliari potranno dunque difendersi dinanzi al gip Antonello Bracaglia Morante che ha sottoscritto l'arresto al termine dell'inchiesta denominata "Macula" dal nome dell'area di servizio di Anagni in cui si sono verificati i fatti. L'indagine coordinata dal sostituto procuratore di Frosinone Vittorio Misiti. 

Contro gli indagati c'è un video, ma anche alcune testimonianze. Accompagnati dagli avvocati Carmine D'Onofrio e Andreina Ciotoli, i tre potranno fornire al gip di Frosinone una loro versione dei fatti.
 
Intanto sbucano particolari sul profilo dei tre, peraltro incensurati e mai coinvolti in vicende di tifo violento. 
Il maggiore del gruppo, D'Orologio, residente a Maddaloni (Caserta) allo stadio ci va con il figlio di pochi anni.
Sciarpa del Napoli al collo, in posa davanti alla porta di Reina, al San Paolo. E poi le foto con i campioni azzurri, compreso Lorenzo Insigne, sempre più beniamino dei partenopei. E' tutto sul suo profilo Facebook.

Pasquale D'Orologio, 33 anni, incensurato è accusato di aver preso parte al pestaggio avvenuto sull'area di servizio Anagni ai danni di un gruppo di tifosi juventini. Eppure, dell'ultras violento, a guardare il suo profilo, c'è poco o nulla. La sua immagine di copertina è la bandiera dei Mastiffs, i "signori" della curva A, la stessa curva guidata fino a qualche anno fa dall'arcinoto Genny 'a Carogna, al secolo Gennaro De Tommaso, quello della maglia "Speziale libero", del caso Tor di Quinto e, ancora, del colloquio con Hamsik dalla gradinata dell'Olimpico dopo l'omicidio di Ciro Esposito.

Ma la sagoma di D'Orologio che in 33 anni di vita di problemi con la giustizia, o prescrizioni legate al disciplinare, non ne ha mai avute, sembra lontana mille miglia da quella del celebre capoultràs oggi detenuto, benché la sua bacheca Facebook sia disseminata di post di sfottò ai bianconeri, ma anche di messaggi elettorali per le recenti elezioni a Maddaloni e di preghiere al Bambino Gesù.

E, ancora, frasi del tipo "il branco è per chi da solo non è nessuno". Lui che in branco è accusato di aver agito ai danni dei malcapitati supporter della Vecchia signora.  Come detto, Pasquale D'Orologio è ai domiciliari, come gli altri due presunti autori del pestaggio ai danni di juventini brindisini di ritorno a casa dopo Roma-Juve. D'Orologio è indagato insieme ai napoletani Salvatore Romano, 23enne di Poggioreale, e Giuseppe Bauchenet, 25enne dell'Arenella. Loro tre, scrive il giudice Antonello Bracaglia Morante, erano di ritorno dalla trasferta del Napoli a Torino quando incontrarono i supporter del club bianconero e ci fu l'aggressione.


Un video agli atti della procura di Frosinone e un numero di targa. La Digos ha intercettato l'auto e il proprietario ha riferito a chi l'aveva prestata la domenica dei fatti. Di qui l'identificazione. Tutti e tre i tifosi, incluso D'Orologio che sarebbe colui che avrebbe guidato gli altri nella violenta rappresaglia, avranno la possibilità di difendersi a breve. Rischiano anche il Daspo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino