«Strage di San Gennaro», ricordo e commozione a Castel Volturno

«Strage di San Gennaro», ricordo e commozione a Castel Volturno
Una cerimonia con studenti, immigrati e rappresentanti delle istituzioni, ha ricordato a Castel Volturno l'undicesimo anniversario della cosiddetta «strage di San...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una cerimonia con studenti, immigrati e rappresentanti delle istituzioni, ha ricordato a Castel Volturno l'undicesimo anniversario della cosiddetta «strage di San Gennaro», in cui sei immigrati africani furono uccisi da killer del clan dei Casalesi guidati da Giuseppe Setola. Sei i morti,con 122 proiettili sparati da pistole e kalashnikov. Un settimo immigrato, Joseph Ayimbora, testimone oculare, morì alcuni anni dopo. La giustizia ha condannato definitivamente i sicari dei Casalesi. La commemorazione, iniziata nella sala consiliare del Comune, si è conclusa sul luogo dell' eccidio, al km 43 della Domiziana. In Municipio, il Centro sociale «Ex Canapificio» di Caserta ha organizzato una sorta di «giochi senza frontiere», cui hanno partecipato i ragazzi della scuola media «Garibaldi» di Castel Volturno, divisi in sette squadre. Gli studenti hanno piantato un albero con pensiero dedicati alle vittime dell' eccidio. Sul luogo della sparatoria, di fronte alla sartoria gestita dagli immigrati, è stato poi deposto un mazzo di rose. Gli immigrati intervenuti si sono esibiti in canti etnici. Presenti alla cerimonia un rappresentante del prefetto di Caserta ed il questore di Caserta Antonio Borrelli, che ha sottolineato «i passi avanti fatti a Castel Volturno, che non è più quel posto dove comandava la camorra». Il pastore protestante Prosper Doece ha invece affermato che «non è cambiato niente. A Castel Volturno siamo tornati indietro sul piano dei diritti». 
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino