«Prima o poi finirà male», il presentimento di Rosanna

«Prima o poi finirà male», il presentimento di Rosanna
Ieri pomeriggio, a 24 ore dalla tragedia, l'auto di Rosanna Laurenza, era ancora lì, vicino alla cartoleria gestita dalla sorella, parcheggiata di traverso come succede...

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Ieri pomeriggio, a 24 ore dalla tragedia, l'auto di Rosanna Laurenza, era ancora lì, vicino alla cartoleria gestita dalla sorella, parcheggiata di traverso come succede quando si va di fretta. La fretta di chi ha saputo del violento litigio in corso del piccolo negozio di libri di via Roma contro Antonella scatenato da Marcello, l'ex marito che non si rassegnava alla separazione. La fretta di chi teme, e a ragion veduta, per la vita dei suoi cari per mano di quell'uomo violento e per giunta armato a causa di un mestiere che invece lo dovrebbe consegnare alla continua difesa della legalità. «Rosanna aveva paura, era quasi terrorizzata da quello che poteva succedere, e lo confidava alle persone che frequentava», racconta un'amica. Il primo colpo dell'eccidio è stato per lei, in fronte e mortale, quasi come se la sua apparizione avesse scatenato la rabbia incontenibile del finanziere che le attribuiva buona parte delle sue disgrazie coniugali.

 
Aveva un brutto presentimento, Rosanna, e non ne faceva mistero dicono adesso in paese, dove solo da poco tempo era filtrata la verità di quello che succedeva in quell'appartamento al secondo piano del palazzetto della cartoleria, proprio sopra la casa dei genitori di Antonella. Le aggressioni, le minacce, le botte sono rimaste per anni un segreto di famiglia, schiacciate nel privato per vergogna e per paura. Con poche eccezioni. Solo una volta papà Mario - esasperato dal comportamento del genero - era andato dai carabinieri per denunciare le violenze che subiva metodicamente la figlia. Denuncia ritirata in seguito alla pressione fatta proprio dalla vittima di quegli episodi, preoccupata di un possibile peggioramento della situazione. «I figli erano il suo chiodo fisso, non voleva che soffrissero per causa sua» è la spiegazione che ora danno le amiche. Angela e Valerio ora non hanno più i genitori, sono rimasti soli con i nonni in fin di vita e il parente più prossimo - Emilio, il fratello di Antonella e Rosanna - che abita a Roma e spesso va all'estero per lavoro. Ieri mattina la ragazza era da sola a casa, e il fratellino pare sia andato da uno zio paterno.


E ieri è stata una giornata tristissima per tutto l'Istituto scolastico che Valerio ed Eleonora, la bambina di Rosanna, frequentano: lui in terza media e lei in prima elementare del plesso di Vaiarano scalo, che fa parte dell'Ic Garibaldi-Montalcini. Bambini con gli occhi smarriti, e le insegnanti e il personale scolastico tutto a prodigarsi per l'intera mattina con la speranza di esorcizzare gli incubi notturni. In classe di Valerio c'è chi conosceva bene Marcello, il papà che si è trasformato nello spietato cecchino della famiglia Laurenza, e non si dà pace. Nel plesso di Pietravairano, invece, dove c'è la classe - anche qui una prima elementare - in cui insegnava Rosanna, le famiglie hanno preferito per lo più tenersi a casa i bambini. Troppo duro rivedere subito quell'aula dove la maestra non potrà più ritornare. Rosanna non aveva voluto sua figlia lì, ma insieme al suo gruppo della scuola dell'infanzia, a Vairano scalo. Di lei ora si è preso cura il papà, un commerciante con il negozio (vende macchine per il caffè) a via Roma, quasi accanto alla cartoleria dei Laurenza. Ma a casa, una grande costruzione isolata a confine tra Caianello, Marzanello e Vairano, il silenzio sarà terribile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino