Suicidio nel carcere di Arienzo: detenuto si toglie la vita a 50 anni

Suicidio nel carcere di Arienzo: detenuto si toglie la vita a 50 anni
Un detenuto di 50 anni si è suicidato nella casa circondariale di Arienzo. A darne notizia il garante campano Samuele Ciambriello. «Urge una riflessione...

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Un detenuto di 50 anni si è suicidato nella casa circondariale di Arienzo. A darne notizia il garante campano Samuele Ciambriello. «Urge una riflessione socio-culturale sul carcere e al suo impianto ordinamenta. - dice Ciambriello - È il terzo suicidio in Campania dall'inizio dell'anno - spiega il garante - in Italia si è arrivati a 45. Ci potremmo domandare il perché il detenuto 50enne ha deciso di togliersi la vita in un carcere piccolo come quello di Arienzo, in una cella singola. Ci potremmo fermare alle responsabilità di singoli o responsabilità collettive, ma occorre andare oltre. Il carcere, luogo senza senso e a volte senza elementi relazionali per riprendersi la vita, subisce i rumori populisti delle persone e il populismo politico, alla rincorsa del consenso. E se ci aggiungiamo che non sono evidenti - aggiunge - nemmeno i timidissimi provvedimenti deflattivi disposti dal governo, allora la frittata è fatta».

La salma, su disposizione dell'autorità giudiziaria, è stata trasportata all'obitorio dell'ospedale di Caserta, dove lunedì prossimo avverrà l'autopsia. In Italia, oltre ai suicidi, dall'inizio dell'anno, sono 79 i decessi all'interno delle carceri; otto di questi sono avvenuti in Campania e le cause di due di questi sono ancora in corso di accertamento. «Proprio ad Arienzo, insieme al garante della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, abbiamo potuto apprezzare buone prassi trattamentali sia all'interno dell'istituto che all'esterno - sottolinea Ciambriello - attraverso la possibilità di lavoro per i detenuti. Noi garanti non solo denunciamo quello che non va, ma incoraggiamo e a volte promuoviamo azioni di prevenzione, progetti di solidarietà, di inclusione sociale per una pena costituzionalmente orientata e per un carcere dove tutti i presenti, compresa la polizia penitenziaria, le direzioni, gli operatori socio - sanitari e i volontari, si sentano uniti da un patto di responsabilità» conclude il garante campano.

 

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Il Mattino