Terra dei Fuochi: telecamere in tilt, nuove discariche nel Casertano

Terra dei Fuochi: telecamere in tilt, nuove discariche nel Casertano
C'è una «Terra dei fuochi», riconosciuta pure dalla Regione, che è stata dimenticata. Più che la mobilitazione permanente dei vigili urbani,...

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C'è una «Terra dei fuochi», riconosciuta pure dalla Regione, che è stata dimenticata. Più che la mobilitazione permanente dei vigili urbani, più dell'impiego massiccio sul territorio delle squadre di operatori dell'Astir (socio unico della Regione Campania per le bonifiche dei siti inquinati) e più del commissario antiracket regionale hanno potuto le difficoltà economiche.

Fine del progetto pilota di videosorveglianza nelle periferie a rischio: spenti gli occhi elettronici, per motivi finanziari cioè di pagamento dei costi del servizio per la vigilanza permanente, puntualmente sono ricomparse le discariche, più numerose e più incontrollate di prima in via delle Vigne: la grande strada, che aggira il cimitero e collega Maddaloni a Montedeceoro, circa due chilometri di arteria periferica è di nuovo occupata dai rifiuti. E, come una maledizione, si avvera la previsione di Franco Malvano. L'ex commissario regionale antiracket, nella sua visita-ispezione, aveva previsto e sentenziato: «Non è possibile, a Maddaloni, contare o censire il numero esatto di discariche clandestine, attive e storiche, nemmeno schierando in forza tutti i tecnici e il personale dell'Astir». Nonostante le quattro rimozioni massive (effettuate nel 2012, 2015, 2018 e 2021) non c'è stato il tempo di smantellare gli sversatoi che spuntano sempre altre discariche.

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Sono oltre 30 sono i punti fissi di abbandono incontrollato dei rifiuti, otto i siti storici dove sono stati occultati fusti di rifiuti industriali, una discarica attiva e incontrollata (Masseria Monti) e una urbana (ex-Foro Boario) portata a svuotamento. E ora a fare discutere è il flop del monitoraggio a distanza che funzionava come deterrete. «Ma quale flop - denuncia Salvatore Liccardo, ex-assessore all'ecologia - la televigilanza e pure le bonifiche hanno funzionato benissimo. Solo, in via della Vigne sono state portate vie oltre 30 tonnellate di rifiuti, abbandonati e dimenticati in 20 anni di sversamenti clandestini. Nell'area della centrale Turbogas sono state rimosse 10 tonnellate di rifiuti. Due bonifiche vaste sono stata fatte in via Santafede».

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Uno sforzo anche finanziario in parte vanificato. «Inquieta conclude Liccardo - che esistono aree periferiche, con i relativi residenti, che debbano essere bersagliati da atti di vero e proprio terrorismo ambientale». Stando alle indicazioni, desunte dalle ispezioni dei tecnici Astir, i punti di crisi sono: via della Vigna, via Santafede (zona A30 ora recintata da Autostrade per l'Italia), via Ficucella, via Mastrantuono (area perimetrale centrale Turbogas), perimetro zona Interporto. La via d'uscita c'è. Ed è il potenziamento del sistema di rilevazione a distanza (wireless), coordinati dalla centrale operativa della Polizia Municipale, che in molte zone ha tutelato gli effetti positivo della bonifica. La sensazione è che come appena si spengono le telecamere immediatamente ritornano gli sversamenti abusivi.

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Il problema è che l'impianto di via delle Vigne è obsoleto e manca il ponte radio per agganciarlo al nuovo sistema di videosorveglianza operativo nel centro urbano. Con precisione scientifica, i rigattieri e le organizzazioni dedite all'abbandono sanno dove sversare i rifiuti senza rischiare. Pertanto, senza divulgare dettagli, è stato avviato un programma di copertura della sorveglianza in remoto su tutto il territorio. Il maggiore Domenico Renga, comandante della Polizia Municipale, accompagnato dal vicesindaco Gigi Bove (in qualità di responsabile della protezione civile), hanno avviato la prima fase di installazione di «34 occhi elettronici di ultima generazione» seguendo le direttive dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza e prediligendo le «strade principali, le piazze e i luoghi di ritrovo». Annunciato e non divulgato il piano di controllo delle periferie per un investimento di oltre 50 mila euro.


 

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Il Mattino