Terra fuochi, blitz della Finanza: sequestrati 16 calzaturifici

Era consideata la Brianza del Sud, ora la provincia di Caserta è in cerca di un credibile new deal per il rilancio dell'economia e dell'industria. Ma intanto,...

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Era consideata la Brianza del Sud, ora la provincia di Caserta è in cerca di un credibile new deal per il rilancio dell'economia e dell'industria. Ma intanto, è essenziale che le imprese che ora ci sono si attengano alle regole perchè da ex Brianza a Terra dei Fuochi il passo è breve. E così, per scongiurare uno smaltimento illegale di materie e l'aumento del numero del lavoro in nero degli operai, sono stati eseguiti una serie di controlli. Perquisiti 116 opifici ( 29 con l'aiuto degli Ispettori del Lavoro) nella Terra dei Fuochi per verificare il corretto smaltimento degli scarti di lavorazione. Le fiamme gialle dei reparti territoriali del comando Provinciale di Caserta, coordinati dal colonnello Andrea Mercatili,  hanno controllato aziende del settore tessile e calzaturiero con laboratori attivi a Sant’Arpino, Lusciano, Carinaro, Gricignano d’Aversa, Teverola, Arienzo, San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico: nei capannoni industriali e nelle piccole aziende sono stati trovati all’opera 1.048 operai (con una media di circa 9 lavoratori a impresa), ma ben 300 lavoravano in maniera irregolari e, per la gran parte,  in nero, con un’incidenza della manodopera irregolare che sfiora il 30% della forza lavoro complessiva. In azione, i militari del comando di Aversa con a capo il colonnello Michele Doronzo. Per oltre 40 aziende è stata proposta la sospensione delle attività. Si tratta di un piano di intervento messo in atto per capire lo stato dell’arte del tessuto di piccole imprese che caratterizzano i territori della provincia di Caserta.

 
Nella Terra dei Fuochi, i risultati ottenuti dalle ispezioni hanno confermato purtroppo una forte tendenza all’illegalità d’impresa, con particolare riguardo all’utilizzo di manodopera irregolare, alla mancata attuazione della normativa per la sicurezza dei luoghi di lavoro e alla sistematica elusione delle norme a tutela dell’ambiente.


Anche sotto il profilo del rispetto della normativa a tutela dell’ambiente i risultati non sono stati meno significativi: 16 laboratori (oltre il 13% del totale di quelli controllati) sono stati sequestrati per la mancanza di autorizzazione ambientale e per il mancato tracciamento dei rifiuti e degli scarti industriali, mentre ad altri 15 sono state comminate sanzioni amministrative, sempre per violazioni al T.U.A.. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino