C’è qualcosa che va rimodulato nell’azione del Governo nel contrasto all’abbandono e all’incendio di rifiuti. Attualmente è attiva una...
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Ebbene l’azione della task-force è encomiabile per il ripristino della legalità in generale, ma non riesce più a colpire inquinatori e piromani di strada. Lo dimostrano i dati operativi pubblicati sul sito della prefettura di Napoli: in tre anni ben 37499 pattugliamenti svolti e solo 155 persone sanzionate. D’altro canto però ben 20.786 persone controllate e 12.116 veicoli. Insomma la task-force contro i roghi, che nasce con il Patto della Terra dei Fuochi dell’11 luglio 2013, ha di fatto utilizzato i militari dell’operazione «Strade sicure» estendendone le «regole di ingaggio». Questo tipo di controllo poteva funzionare quando si trattava di verificare e stanare i «grandi inquinatori» e i terminali delle imprese gestite dall’ecomafia. Ma ora le cose sono cambiate. Ora i roghi derivano soprattutto dall’inciviltà diffusa di centinaia di «barbari» che gettano i sacchetti ovunque e da piccoli produttori al nero che non vogliono affrontare le spese di smaltimento legale (o non possono perchè sono sconosciuti al fisco). Di fronte a questi incivili non meno pericolosi dei grandi inquinatori i militari armati e le camionette non servono. Occorrerebbe personale in borghese molto più discreto, in grado di beccare di sorpresa chi abbandona rifiuti e chi li brucia.
Va inoltre detto che la task-force contro i roghi è stata depotenziata in quanto lo stesso personale è stato destinato a vigilare gli «obiettivi sensibili», ossia gli impianti di rifiuti che qualche mese fa venivano dati alle fiamme dai «soliti ignoti». Quindi bisogna cambiare strategia. Altrimenti i rifiuti abbandonati continueranno a crescere e i roghi pure. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino