Il «no» ai tamponi nelle strutture private è una sorta di comandamento che la Regione Campania ha inciso a caratteri di fuoco sulle tavole direttive della lotta...
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Si è levata ieri la voce fuori dal coro. Si è levata da Parete, centro alle porte di Aversa, per ora immune al contagio da covid. Il sindaco Gino Pellegrino non si fa piovere addosso, si porta avanti e i suoi concittadini plaudono dagli spalti di Facebook la sua lodevole iniziativa. Che è anche coraggiosa. Perché il sindaco, firmando un’ordinanza, ha inteso abbattere il problema della carenza di screening e ha autorizzato un laboratorio del posto a eseguire i test rapidi. «Sin da domani - oggi, per chi legge - rivolgendosi si potrà programmare il proprio test: con priorità ai soggetti a rischio. Non sono un virologo ma so leggere i numeri; la politica è lenta, l’avanzamento del contagio stagnante. Siamo i primi ad avviare i test rapidi». Il piano sembra perfetto, ma forse non lo è. Almeno non secondo la Federlab che oggi scriverà all’Asl di Caserta e alla Regione Campania per segnalare l’iniziativa del sindaco di Parete. Ché, di fatto, sembra contravvenire alle indicazioni regionali. La Federlab ha reso noto che segnalerà all’Asl di competenza il tutto, anche e soprattutto alla luce dei reiterati dinieghi ricevuti dalla Regione in fatto di inserimento nella macchina dello screening. Peraltro, le sigle che rappresentano i laboratori privati chiedevano (e chiedono) di poter eseguire i tamponi faringei che, allo stato, sembrano i soli esami affidabili per la rilevazione del virus.
«Le autorità preposte alla gestione dell’emergenza sono la Sanità pubblica e le forze dell’ordine. Non è possibile che qualcuno diverso dall’ente regionale autorizzi un centro, seppure convenzionato, a svolgere test», tuona il direttore generale dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo, in merito all’iniziativa di Pellegrino. Sembra che ci sia stato anche un confronto tra il manager e il sindaco, ma quest’ultimo è andato avanti per la sua strada. «È un’azione molto pericolosa. Si possono creare condizioni falsificate che possono disattendere il regime di isolamento e distanza sociale - continua il direttore Russo -. Inoltre i test non hanno mai una sicurezza al 100% ed è necessario comunque effettuare il tampone e in caso di positività rivolgersi alla sanità pubblica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino