Tomba perduta, risolto il giallo. Il sindaco Ferraro torna a casa

Dopo un secolo, è tornato nella terra natia un eroe disperso della prima guerra mondiale

La foto ricordo
Dopo un secolo, è tornato nella terra natia un eroe disperso della Prima Guerra Mondiale. Ritrovata la tomba e ricostruita soprattutto la vita, le gesta militari e...

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Dopo un secolo, è tornato nella terra natia un eroe disperso della Prima Guerra Mondiale. Ritrovata la tomba e ricostruita soprattutto la vita, le gesta militari e l'attività politica del generale Lorenzo Ferraro, il primo sindaco di Maddaloni alla fine della Grande Guerra. Ad un secolo dalla scomparsa è stato traslato nel cimitero di Maddaloni con tutti gli onori alla presenza dei familiari e della autorità civili. Militare di lungo corso, prima impegnato nella guerra d'Africa e poi sul fronte italo-austriaco, per le sue gesta gli furono assegnate ben due medaglie d'Argento al Valor Militare, una nel 1917 e l'altra nel 1918. Anche per la sua esperienza militare, che lo vide nel 1920 messo in congedo con il grado di Brigadiere Generale, Lorenzo Ferraro si diede all'esperienza politica: fu eletto sindaco di Maddaloni «in quanto super partes e in virtù delle sue doti di eroe e stratega». Scomparso a Napoli nel 1921, della sua tomba se ne erano perse le tracce.


Restava solo la memoria custodita dalla dedica di una delle principali piazze. Così è scattata la ricerca storica e documentale coordinata dallo studioso di storia locale archivista Michele Schioppa. Il giallo della tomba perduta ha avuto un lieto fine. «La salma del sindaco eroe spiega Schioppa- è stata rinvenuta nella parte monumentale del cimitero del pianto di Napoli, nella stessa prestigiosa area che custodisce le spoglie di Totò e del grande commediografo Scarpetta». Ma la sua vita non può essere ridotta solo a gesta militari. «Solo grazie al suo prestigio personale sottolinea Schioppa- fu possibile superare la crisi che attraversava l'ente locale. Il suo impegno fu più forte delle ferite di guerre che gli procurarono la morte nel suo ufficio».

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Il Mattino