Traffico di farmaci rubati, il broker è un casertano

Era il broker con la valigetta da medico, l’intermediario tra le case farmaceutiche e le farmacie del nord Italia che vendevano medicinali antitumorali di fascia A e C - da...

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Era il broker con la valigetta da medico, l’intermediario tra le case farmaceutiche e le farmacie del nord Italia che vendevano medicinali antitumorali di fascia A e C - da corredo ai farmaci di fascia H per chemioterapia, ad esempio - presenti solo negli ospedali e non smerciabili. Ernesto Pensilino, ex informatore scientifico di Caserta, per la Procura di Bologna era al centro del «mercato nero» dei medicinali terapici rubati e riveduti a prezzi ridotti, sottobanco, nelle farmacie. Ma per arrivare a Genova o a Bergamo, i flaconi con i prodotti rubati al Sud risalivano lo stivale e sforavano i confini. All’estero, dove la loro vendita è legale anche al banco, venivano inseriti in aziende-fantasma per poi tornare in Italia ed essere reimesse nel circuito commerciale. Un’organizzazione perfetta con la testa al Nord e gli arti al Sud.


L’accusa che viene mossa dai magistrati di Bologna, nell’operazione dei carabinieri e del Nas di Ferrara chiamata «Caduceo», a Pensilino, è quella di aver condotto un’opera di intermediazione tra la «testa» e gli «arti». Partendo dal nome del bastone alato della divinità greca Hermes, caduceo appunto, simbolo dell’Ordine dei Farmacisti, la Procura bolognese è riuscita a rintracciare la pista senza confini che lega il settentrione al meridione, attraverso il traffico di medicinali di fascia H, fino a quelli A e C. Questi ultimi, utilizzati per la terapia del dolore, ad esempio. Il nome di Pensilino è saltato fuori a metà strada, precisamente a Caserta. Per la procura di Bologna, metteva in contatto i rappresentanti delle case farmaceutiche con le farmacie di Genova e di Bergamo. E non è un caso se sette farmacie ieri sono state perquisite dai carabinieri del comando Provinciale di Ferrara. In manette, però, oltre a Pensilino, difeso dal legale Vittorio Giaquinto, sono finite altre 14 persone (due sono ancora ricercate) molte di origine campana che, a vario titolo, facevano parte dell’organizzazione criminale. E così, si spiega il mistero dei furti di medicine per la cura del cancro nell’ospedale di Caserta, di Marcianise e di Maddaloni. Ma anche al Cardarelli, al Monaldi e al Cotugno. Non si comprende se quei furti siano da legare all’inchiesta, ma tutto è possibile: sono in corso ulteriori accertamenti. Il bottino dei ladri erano farmaci costosissimi che molti malati non possono permettersi. I farmaci di categoria H sono totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale, quindi utilizzabili solo dagli ospedali, che li somministrano gratuitamente ai malati di patologie tumorali (ad esempio) laddove, negli altri Paesi europei, possono essere venduti anche dalle farmacie vigendo un regime di libero commercio. Non esistendo quindi mercato in Italia, il gruppo criminale aveva creato aziende con sede nell’Europa dell’Est. Nell’ordinanza spunta anche il nome del farmacista salernitano Eduardo Lambiase, già fermato un anno fa.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino