Trascina la moglie in cortile con i capelli: fermato insegnante, ex consigliere provinciale

Trascina la moglie in cortile con i capelli: fermato imprenditore
Trascina sul pavimento la moglie afferandole i capelli, fino a spingerla nel cortile dell'abitazione coniugale. Lei, ferita a un braccio, urla  e chiede aiuto. Il tutto,...

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Trascina sul pavimento la moglie afferandole i capelli, fino a spingerla nel cortile dell'abitazione coniugale. Lei, ferita a un braccio, urla  e chiede aiuto. Il tutto, davanti alle due figlie piccole che osservano la scena in lacrime. E' stato  arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate Giacomo Caterino, 46 anni di Caserta, ex consigliere provinciale di An, poi passato all'Udeur con una cattedra in matematica all'istituto Alberghiero. A stringere le manette ai polsi dell'uomo sono stati gli agenti in forza alla Squadra Mobile - Sezione Reati contro la persona - Minori - Reati Sessuali che hanno eseguito un'ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Santa Malia Capua Vetere, nei confronti dell'uomo,  già condannato per turbativa d'asta aggravata dalla metodologia mafiosa.


Dopo un lungo periodo di detenzione era rientrato nella casa coniugale e, non tenendo conto della sensibilità delle due bambine e delle loro necessità di una crescita equilibrata, aveva instaurato un clima di vessazioni e violenze ai danni della moglie, fino al culmine raggiunto il 12 aprile scorso, quando si sarebbe verificata la violenza nel cortile di casa. Dopo l'intervento della polizia e le successive indagini, dirette dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e svolte dalla Squadra Mobile, erano cominciati una serie di riscontri: le violenze era prassi, sembrerebbe, al punto da provocare traumi psicologici anche alle due figlie minori.


Giacomo Caterino era stato arrestato perchè nel 2007  finì nel bersaglio di alcuni collaboratori di giustizia che lo indicavano, in qualità di consigliere comunale a San Cipriano d'Aversa, vicino al boss Antonio Iovine o'ninno. Lui stesso accennò a un pentimento e fu il primo politico collaboratore di giustizia  nella storia del clan dei Casalesi. Avrebbe raccontato, per esempio, che l’ex senatore Lorenzo Diana si prodigò per far ottenere appalti alla Cpl Concordia, col patto che poi i lavori li svolgessero le imprese del clan dei casalesi. Rientrato in carcere il 31 marzo del 2015 era tornato in libertà nel novembre 2016. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino