Tremila persone all'addio a Luigi «Non alimentate altra violenza»

Palloncini bianchi in ricordo del barbiere

Tremila persone all'addio a Luigi «Non alimentate altra violenza»
«Se Luigi fosse qui, direbbe: Lasciate stare, non alimentate altra violenza. E non sarebbe per sottomissione. Semplicemente perché lui era un ragazzo genuino, che...

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«Se Luigi fosse qui, direbbe: Lasciate stare, non alimentate altra violenza. E non sarebbe per sottomissione. Semplicemente perché lui era un ragazzo genuino, che amava condividere e costruire con chiunque». Così Don Giovanni, parroco della chiesa dell'Annunziata al centro storico di Castel Volturno, durante l'omelia per i funerali di Luigi Izzo, giovane barbiere brutalmente assassinato sabato notte nel paese costiero, cerca di stemperare gli animi e i desideri di vendetta di parte della comunità locale.

E lo fa utilizzando le parole che avrebbe potuto dire il trentottenne che conosceva bene. «Luigi lo avevo visto sabato mattina - ricorda il parroco dall'altare - aveva lasciato temporaneamente il salone da barbiere ai collaboratori e mi aveva chiesto di benedirgli la casa che era riuscito a comprare con tanti sacrifici e dove si sarebbe trasferito con tutta la sua bella famiglia. Non c'è riuscito per un atto brutale e inspiegabile. Ma tali comportamenti non devono alimentare altre tragedie, soprattutto nel rispetto della memoria dello stesso Luigi».

Sono 3mila, forse più le persone che partecipano ai funerali. Le attività commerciali della zona sono chiuse per il lutto cittadino ordinato dal sindaco Luigi Petrella. Ogni operatore della città litoranea ha abbassato le saracinesche e partecipato allo stringente dolore della famiglia. Il sindaco Petrella oggi parteciperà al comitato dell'ordine pubblico e sicurezza con tema proprio Castel Volturno.

Erano mesi che il primo cittadino Luigi Petrella urlava pubblicamente, anche attraverso i mezzi di comunicazione, il disagio della sua città, stritolata da un disagio sociale provocato da un'illegalità diffusa fuori controllo. E alla sua denuncia sul rischio che sul territorio oltre a bande di delinquenti comuni possano affiancarsi anche organizzazioni criminali capace di ristabilire terrore e vessazioni come il racket, così come accadeva fino a dieci anni fa, prima della sconfitta dell'ala criminale dei casalesi, risponde Luigi Ferrucci, presidente dell'associazione locale antiracket, Domenico Noviello.


«Il territorio domiziano dal punto di vista giudiziario è coperto dall'attività della magistratura e delle forze di polizia con cui noi commercianti e operatori economici riusciamo costantemente a interagire in modo diretto - dice il presidente Ferrucci - discorso diverso è per i reati comuni, talmente diffusi su un'area geografica oggettivamente troppo estesa che non si riesce ad avere un effettivo controllo, nonostante le risorse impegnate per la sicurezza. E se si tollera il semplice parcheggio in doppia fila, lo smaltimento di rifiuti in aree demaniali e sulle superstrada, l'attività dei parcheggiatori abusivi, ebbene, matura negli irregolari la convinzione che tutto gli sia consentito, e tali soggetti crescono costantemente in arroganza e prepotenza». Luigi ora non c'è più e nessuno potrà portarlo indietro. Si spera ora che la città si metta alla ricerca della pace.
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Il Mattino