Treni, il martedì nero dei pendolari tra guasti, ritardi record e cancellazioni

La protesta delle associazioni

Treni, il martedì nero dei pendolari tra guasti, ritardi record e cancellazioni
Un martedì nero. Non si può definire diversamente la giornata da dimenticare vissuta dai pendolari casertani sui binari a cavallo tra la Campania e il Lazio....

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Un martedì nero. Non si può definire diversamente la giornata da dimenticare vissuta dai pendolari casertani sui binari a cavallo tra la Campania e il Lazio. L'incubo comincia già all'alba: alle 5 del mattino, infatti, sulla linea Cassino-Napoli i treni cominciano a rallentare per un guasto all'altezza della stazione di Pignataro Maggiore. Tra i primi a finire nel "tunnel ferroviario" i passeggeri del Frecciargento 8300: partiti da Caserta alle 6.30, avrebbero dovuto arrivare a Roma Termini alle 7.45. Ma dopo Capua è il buio: il treno si blocca e per oltre due ore non si muove. A ruota tutta la linea viene paralizzata e mentre parte l'intervento dei tecnici di Rfi, le stazioni si affollano di pendolari disorientati e infuriati, i convogli si fanno colmi di rabbia e disappunto. Con il trascorrere delle ore il range del disagio si allarga e arriva a coinvolgere i treni Alta Velocità, gli Intercity, oltre ai Regionali: le ripercussioni arrivano a coinvolgere l'intera linea Napoli-Milano.

Nei vagoni sono ore di rabbia non solo per il disagio ma anche per le difficili comunicazioni di informazioni sullo stato del viaggio. E quando dopo le 10 la stanza di controllo decide di far rientrare l'8300 a Caserta anziché tentare invano di proseguire verso Roma, il danno è ormai fatto. Alle 11.30 in alcuni casi erano anche già 105 i minuti di ritardo accumulati dai treni, mentre 12 Regionali sono stati fortemente limitati e 6 addirittura cancellati. «Centinaia di persone sono rimaste allo sbando per ore - spiega Mariapia Della Valle, portavoce dei "Pendolari Roma-Caserta", gruppo nato nel 2021 sui social e poi strutturatosi fisicamente - non solo per lo stop prolungato di tutti i treni sulla linea, ma anche per l'assenza di comunicazione». Così ieri solo pochi casertani sono riusciti a recarsi sul posto di lavoro. «Sui treni c'erano insegnanti, personale Ata e operatori sanitari - continua Della Valle -: solo chi ha potuto ha rinunciato con ferie o permessi non retribuiti, mentre gli altri non hanno neanche potuto giustificarsi». Ma il martedì nero non è finito dopo le 11.30, quando il guasto alla stazione di Pignataro è stato risolto.

Nel pomeriggio la circolazione è stata di nuovo sospesa in direzione Napoli per un guasto alla linea elettrica tra Vairano Scalo e Sparanise. E nonostante i bus attivati tra i due paesi dell'alto Casertano e tra Cassino e Napoli, a farne le spese sono stati ancora una volta i lavoratori e i pendolari. «Basta una pioggia o un minimo problema per avviare una catena di problemi. Così da anni almeno una volta a settimana siamo costretti a subire disservizi di ogni genere», rileva Domenico Caruso dell'associazione "Pendolari Sannio - Terra di Lavoro", presente a bordo dell'8300 rientrato a Caserta dopo ore. «Ormai sui treni si vive in uno stato di amarezza e rabbia, ma c'è chi anche chi prova a ridere per non piangere», continua Caruso. Lo conferma anche Della Valle: «In un anno una giornata del genere può capitare, ma negli ultimi mesi i disservizi sono sempre più frequenti tra scioperi, invasioni di binari e incidenti». Proprio i "pendolari Roma-Caserta" hanno intenzione di avviare un tavolo di confronto con le società ferroviarie: «La protesta dà solo sfogo alla rabbia sul momento, noi invece vogliamo chiedere spiegazioni e provare a ridurre i problemi per i pendolari, che come lavoratori non hanno alcuna tutela rispetto al viaggio che fanno». Intanto chi in mattinata era riuscito ad arrivare al lavoro è comunque incappato nel guasto pomeridiano, rientrando a casa dopo ore di ritardo. 

 

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Il Mattino