Caserta, truffa invalidi civili: 40 indagati un avvocato a capo del sistema

C'è chi ne usufruisce per necessità e chi finge. Far ottenere una indennità di accompagnamento dall'Inps che supera i 500 euro al mese, era diventato...

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C'è chi ne usufruisce per necessità e chi finge. Far ottenere una indennità di accompagnamento dall'Inps che supera i 500 euro al mese, era diventato un affare per un gruppo di avvocati, faccendieri, dipendenti comunali e medici. Però, oggi, qualcosa è cambiato: 40 sono gli indagati per truffa. Alla testa del sistema di presunte truffe all'Inps c'era una toga, l'avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere, Andrea Isernia con studio a Caserta, considerato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere il «promotore e organizzatore del sistema truffaldino che gestiva, direttamente o indirettamente, le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità civile, pretendendo, in caso di esito favorevole, il 40-50% delle somme liquidate giudiziariamente».


Non solo. Fra coloro che sono stati colpiti dall'avviso di garanzia della Procura di Santa Maria Capua Vetere - diretta da Maria Antonietta Troncone - c'era anche il titolare di un patronato in Casapulla che, stando all'accusa, avrebbe reclutato persone interessate a ottenere illecitamente il sostegno dall'Inps. E poi, c'era un dipendente del comune di Caserta sotto la lente delle fiamme gialle, che contattava «clienti». Infine, c'era un agente della polizia giudiziaria della Procura di Santa Maria che avrebbe informato il gruppo di alcuni risvolti dell'inchiesta. Ora gli indagati dovranno difendersi, a vario titolo, dalle accuse di associazione a delinquere, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica e materiale. 
 
Ieri, l'inchiesta della compagnia della Guardia di Finanza di Caserta, diretta dal colonnello Andrea Mercatili, ha portato alla chiusura dell'indagine da parte della di Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 40 persone. Ventisette le corresponsione di denaro e servizi, come il "lascia passare" nella Ztl, non spettanti risalenti al 2016. Gli indagati sono ora accusati di aver fatto parte di un gruppo criminale. Dovrà difendersi dalle accuse anche un funzionario dell’Inps, all’epoca con delega a rappresentare l’Istituto di Previdenza Sociale nel contenzioso giudiziario, di fatto collaboratore dello studio professionale dell’avvocato promotore del sistema illecito, al quale forniva anche informazioni riservate in cambio di una remunerazione fissa mensile. Nella rete, anche un altro collaboratore dello studio legale, che teneva i rapporti con i medici compiacenti. Quattro i medici, di cui un cardiologo e un neurologo in servizio all’ospedale di Caserta e un geriatra, oltre a un neurologo in servizio presso l’Asl di Caserta e operanti presso i poliambulatori di Piedimonte Matese e di Caiazzo, che rilasciavano certificazioni false, ricevendo a a volte in cambio somme di denaro: dai 150 ai 250 euro a certificato. 

La modalità della truffa era ben collaudata: trovati i clienti interessati, il funzionario dell’Inps preparava i ricorsi contro il suo stesso ente di appartenenza che venivano poi prodotti in giudizio dall’avvocato. A seguire, venivano attivati i medici che producevano le false certificazioni necessarie per attestare la sussistenza di patologie inesistenti o più gravi di quelle realmente sofferte, di tipo cardiologico, geriatrico e neurologico, al fine di far risultare falsamente un grado di invalidità idoneo. La documentazione sanitaria veniva poi utilizzata nel contenzioso contro l’Inps, inducendo così in errore i Giudici del Lavoro che, con le indicazioni fomite dai Ctu, condannavano l’Inps a erogare somme di denaro ai ricorrenti, a titolo di arretrati e di indennità di accompagnamento. Una montagna di denaro, insomma. Gli esiti dell’indagine, provate anche da successive visite di revisione compiute dall’Inps, parte lesa dal sistema truffaldino, hanno permesso di accertare la corresponsione di provvidenze non spettanti per almeno 27 casi. Le attività di osservazione, controllo e pedinamento dei beneficiari hanno poi confermato la falsità delle patologie lamentate, del tutto incompatibili con la mobilità accertata. E infatti, i "disabili" definiti invalidi gravi non autosufficienti in realtà venivano sorpresi a fare la spesa in autonomia e perfino a guidare l’auto con sicurezza, anche in strade trafficate.


Nel corso dell’indagine, non sono mancati neanche ulteriori episodi, ora contestati formalmente ai responsabili, come il caso del dipendente del Comune di Caserta che otteneva dal medico compiacente un certificato falso per non andare a lavoro o come il caso di un agente della Polizia di Stato in forza alla sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Santa Maria che, in cambio del buon esito della pratica di invalidità della moglie, si informava sull’esistenza di indagini in corso nei confronti del gruppo criminale e avvisava poi il dipendente del Comune di Caserta coinvolto, che si interessava anche presso la polizia municipale di Caserta per fargli ottenere due permessi di accesso alla Ztl del centro cittadino. Al termine delle indagini, poi, i finanzieri procedevano anche alla verifica della posizione fiscale dell’avvocato a capo dell’organizzazione investigata accertando anche l’utilizzo di fatture false nelle dichiarazioni fiscali presentate per gli anni dal 2011 al 2014, nonché il possesso ingiustificato di un timbro riportante il simbolo della Repubblica e l’intestazione del Tribunale di santa Maria Capua Vetere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino