CASERTA - Probabilmente è la prima condanna per omicidio stradale in Italia, di certo la prima in Regione. Michele Coppola, 60 anni di Caserta è stato...
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Dettaglio di non poco conto, visto che la pena minima applicata per il nuovo reato è pari a tre anni. L’attenuante, precisamente, è «nelle ipotesi in cui qualora l’evento non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole la pena è diminuita fino alla metà». E visto anche che il giudice ha ritenuto che ci fosse un concorso di colpa del pedone. La triste storia dell’incidente s’intreccia con quella giuridica e processuale. Coppola, quel 22 aprile maledetto, si era messo al volante con un tasso alcolemico quasi cinque volte superiore al limite consentito dalla normativa: 2, 4 mg. Sia l’incidente che la sentenza hanno il triste primato di essere finiti nel calderone della nuova normativa sull’omicidio stradale che prevede pene altissime: dagli 8 ai 12 anni per coloro che si mettono alla guida dell’autovettura in condizioni non «sane» e procedono ad alta velocità. Le indagini erano state eseguite, nell’immediatezza dei fatti, dal pubblico ministero Valentino Battiloro, ma in aula di udienza ieri c’era il sostituto procuratore Alessandro Di Vico che aveva chiesto al giudice la condanna a quattro anni e sei mesi di carcere. La famiglia della vittima ha già ricevuto un risarcimento del danno subito, ma nessuno potrà restituire Vera alla sua vita, nemmeno una sentenza. Vera era sposata con un operaio edile: la sua vita era scandita da ritmi uguali e precisi, ogni giorno. Dopo l’incidente era stata trasportata in ospedale, ma i medici non avevano potuto far nulla per salvarla. Era morta dopo qualche istante sul letto dell’ospedale. L’omicida sarà costretto a pagare anche le spese processuali. Da aprile è ristretto agli arresti domiciliari. Il giudice ha chiesto 45 giorni per depositare la motivazione della sentenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino