Schizofrenico, in preda a un raptus, uccise un paziente di 77 anni ricoverato in ospedale nel luglio del 2018. Senza un motivo. Si tratta di Charles Opoku Kwasi, ghanese. E ieri...
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Ieri, il giudice Emilio Minio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha deciso per una pena minore a fronte di una richiesta di condanna a 30 anni del pubblico ministero Nicola Camerlingo. Soddisfatta la Procura, retta da Maria Antonietta Troncone. Il pm aveva ipotizzato l'aggravante dei futili motivi prevalente sulla capacità di intendere e di volere dell'imputato, ma il giudice l'ha ritenuto equivalente. L'avvocato della parte civile, pur costituitosi in giudizio, non avrebbe però preso parte alle conclusioni. Le indagini erano state svolte, nell'immediato, dal pm Domenico Musto, ora in forza alla Procura di Napoli. Fu lui a contestare per primo a Charles Opoku Kwasi il reato di omicidio volontario. Sullo sfondo, c'è la sua storia di Charles di migrante emarginato in un mondo di reietti, Castel Voltuno.
Sul litorale domizio era approdato dopo passaggi tra Andria e Rosarno dove, a quanto pare, per un periodo ha lavorato come bracciante, una goccia nel mare dell'esercito schiavizzato dal caporalato dei campi. Charles Opoku Kwasi è arrivato dal Ghana in Italia undici anni fa ed è clandestino dal 2013. Negli ultimi anni è stato fermato e fotosegnalato in Calabria Puglia e Campania. Nell'ultima settimana, prima del drammatico epilogo, è stato bloccato due volte. La prima dai carabinieri sabato sera quando ha sfasciato un bar e aggredito un militare. Ma in carcere non ci è finito.
La sera prima dell'omicidio è stato sorpreso a danneggiare auto in sosta a Castel Volturno, la polizia lo ha lasciato in ospedale che s'era calmato. In quel momento era un «ignoto» perché gli agenti non sono riusciti a identificarlo. Tre ore dopo ha assassinato a suon di cazzotti l' infermiere 77enne che era ricoverato con lui nell'ospedale di Sessa Aurunca. Charles Opoku Kwasi era arrivato dal Ghana in Italia undici anni fa ed era clandestino dal 2013. Negli ultimi anni era stato fermato e fotosegnalato in Calabria Puglia e Campania. Prima del drammatico epilogo era stato bloccato due volte. La prima dai carabinieri, a giugno, quando sfasciò un bar e aggredì un militare.
Ma in carcere non finì e tre sere dopo era stato sorpreso a danneggiare auto in sosta a Castel Volturno. Tre ore dopo avrebbe assassinato a suon di cazzotti l' infermiere 77enne. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino