Uccise la zia per soldi, condannato a 16 anni

Uccise la zia per soldi, condannato a 16 anni
CASERTA - Prima un mese in carcere, poi quattro anni ai domiciliari in una casa di cura e l’altro giorno di nuovo in carcere. Pasqualino De Siato, il giovane che nel...

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CASERTA - Prima un mese in carcere, poi quattro anni ai domiciliari in una casa di cura e l’altro giorno di nuovo in carcere. Pasqualino De Siato, il giovane che nel 2012 uccise a Piana di Monteverna la zia Angelina Santabarbara di 70 anni - a causa di un prestito negato, ammontante a poche decine di euro - ha varcato domenica scorsa l’ingresso del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere dove è stato rinchiuso in un reparto speciale per detenuti con problemi psichici.

La carcerazione è legata all’esecuzione della pena definitiva a 16 anni di reclusione confermata lo scorso anno dalla Corte di Cassazione a carico del giovane che oggi ha 28 anni. Per questo delitto, De Siato, ha scontato un solo mese di carcere e quattro anni ai domiciliari presso la clinica degli Ulivi: la condanna inflitta in primo grado dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere è stata confermata in Appello e l’anno scorso anche dalla Suprema Corte.

Un prestito negato sarebbe stata la causa scatenante della furia assassina con la quale il giovane si scagliò contro la zia agli inizio del gennaio di quattro anni fa, uccidendola nella sua abitazione di Piana di Monteverna con 32 coltellate.
De Siato, che ha problemi di espressione verbale essendo stato colpito da bambino da una meningite, confessò subito il delitto pur non ricordando i passaggi precisi delle azioni che lo portarono ad uccidere la donna. Dopo avere ucciso la zia (la coltellata alla gola le fu fatale) strappò poi una catenina dal collo della donna. A incastrarlo, dopo gli esami dei carabinieri dei Ris di Roma, fu il riscontro del Dna con il materiale genetico ritrovato sotto le unghie della vittima; impronte e sangue della donna trovato sugli indumenti del giovane a sua volta feritosi durante l’omicidio. Il giovane è assistito dall’avvocato Bernardino Lombardi mentre parte civile è l’avvocato Vittorio Giaquinto.
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Il Mattino