Ucciso con la compagna incinta, in migliaia per l’addio a Biagio jr

Ucciso con la compagna incinta, in migliaia per l’addio a Biagio jr
Sant’Arpino. Un minuto di silenzio in tutti gli uffici pubblici; un silenzio che ha fatto più rumore delle grida nel cuore delle persone. Saracinesche abbassate,...

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Sant’Arpino. Un minuto di silenzio in tutti gli uffici pubblici; un silenzio che ha fatto più rumore delle grida nel cuore delle persone. Saracinesche abbassate, bandiere a mezz’asta. Tantissimi fiori bianchi, gli stessi che 7 anni fa aveva scelto con cura per i funerali della sua mamma, deceduta a seguito di una complicazione post operatoria.

È iniziato così ieri l’ultimo viaggio di Biagio Junior Buonomo, il giovane di 31 anni ucciso sabato scorso in un appartamento di Chirignago, vicino Mestre, insieme alla sua fidanzata di origine siberiana, Anastasia Sharukova, incinta di 5 mesi, per mano di Stefano Perali, il 50enne docente di inglese che si era invaghito della giovane. Da Mestre, il feretro è arrivato ieri pomeriggio nella chiesa di Sant’Elpidio a Sant’Arpino, paese di origine di Biagio, proprio di fronte agli uffici comunali dove da oltre 27 anni lavora il papà Vito come geometra.


Al padre e alla sorella del giovane ingegnere che ha trovato la morte in Veneto, adesso toccherà non solo affrontare l’atroce dolore per la perdita del loro congiunto, ma anche seguire l’iter giudiziario con il quale si dovrà fare chiarezza sulla vicenda. Quando due giorni fa hanno incontrato gli inquirenti, i familiari sono stati rassicurati sull’esito positivo delle indagini. Positivo, in questo caso, significa che l’omicida di Biagio e della sua fidanzata Anastasia, pagherà il suo debito con la giustizia. Secondo la Squadra mobile di Mestre, la dinamica dei fatti è talmente evidente e chiara che non sarà necessario, per la famiglia, neanche nominare un perito di parte. Il docente formatore Stefano Perale che, nella sua telefonata di sabato sera alle forze di polizia, ha confessato l’esecuzione del macabro piano, dovrà ripetere la sua versione. Ritrattare quanto detto in una conversazione non ritenuta valida ai fini legali, non servirebbe a molto, visto che le prove della sua colpevolezza sono schiaccianti. Tanto che la procura potrebbe chiedere il giudizio immediato.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino