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Mobilitazione per il potenziamento dei servizi sanitari territoriali. E nato il «Comitato civico per la riconversione del Covid Hospital». Ieri, doveva essere il giorno della protesta in piazza che si è trasformata in una manifestazione di proposta, partecipata, aperta al contributo delle società civile e laicamente a tutte le forze politiche. Certamente a disinnescare lo scontro di piazza e a smussare i toni ha contribuito molto l'intesa, siglata tra il manager dell'Asl Amedeo Blasotti e il sindaco Andrea De Filippo, sul cronoprogramma di riconversione a cominciare dalla riapertura riaprirà un presidio chirurgico permanente, con personale addetto impegnato ininterrottamente per 24 ore, dedicato al servizio di primo soccorso, reparto di medicina, oculistica, otorinolaringoiatria. Il tutto da realizzare entro il 31 ottobre.
La mobilitazione continua. «Non ci basta e non ci fermeremo annuncia e conferma Giuseppe Vigliotta, coordinatore di Riscossa Maddaloni e promotore della manifestazione - perché vogliamo che siano ripristinati tutti i reparti e i servizi sanitari attivi prima della pandemia e previsti dal piano sanitario regionale».
Assente il sindaco De Filippo, hanno partecipato Antonio Del Monaco (M5S) e il consigliere ed ex direttore del distretto sanitario Claudio Marone. Del Monaco, ieri mattino, ha incontrato Blasotti per illustrare anche le «criticità della sanità territoriale privata del Serd, in sofferenza per i servizi striminziti dell'Igiene mentale e veterinari». Il futuro di rilancio dei servizi passa attraverso l'apertura dei cantieri. «Ci sono ha sottolineato Claudio Marone- altri sette milioni di euro da investire. E subito deve partire la ristrutturazione del terzo piano. Ma la vera sfida, che segnerà il rilancio commisurato ai bisogni dell'utenza, è la costruzione del nuovo pronto soccorso già interamente finanziato con fondi Asl per un importo pari a 3 milioni e 200 mila euro». E mentre ai cancelli si manifestava, nel Covid Hospital sono cominciate le operazioni di censimento e inventario di tutti i macchinari che saranno spostati e che dovranno far posto agli strumenti necessari per la riattivazione di pneumologia, oculistica e otorinolaringoitaria».
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