Vaccheria di San Leucio, muro di cinta nel degrado: «È un patrimonio storico da tutelare»

Interrogazione urgente al sindaco, agli assessori e alla Soprintendenza

Il muro di cinta nel degrado
Si torna a parlare delle condizioni del muro storico San Leucio-Vaccheria. Questa volta a riproporre la questione sono i consiglieri comunali di opposizione, Donato Aspromonte,...

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Si torna a parlare delle condizioni del muro storico San Leucio-Vaccheria. Questa volta a riproporre la questione sono i consiglieri comunali di opposizione, Donato Aspromonte, Alessio Dello Stritto, Fabio Schiavo, Maurizio Del Rosso ed Elio Di Caprio, che, con un'interrogazione urgente indirizzata al sindaco e agli assessori competenti e per conoscenza alla Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, denunciano lo stato in cui versa l'antico manufatto.

Per la prima volta, l'attenzione sulla questione, fu portata dalla sezione casertana di Italia nostra. Con una nota del 24 luglio 2021 indirizzata agli organi competenti, corredata di dettagliata documentazione fotografica, planimetrie e riferimenti storici, segnalò l'avvenuto abbattimento del «muro di contenimento in tufo con relative opere di movimento terra». 

I lavori che vennero effettuati per «l'apertura di un varco carrabile e sistemazione della vegetazione» sarebbero, peraltro, stati autorizzati dallo stesso Comune di Caserta. Con la sua iniziativa, l'associazione denunciava, come ricorda l'architetto Giancarlo Pignataro che seguì la vicenda, l'inopportunità dell'abbattimento del muro non solo per la sua valenza storica, ma anche perché esso costituiva «un sicuro fattore di rischio idrogeologico», in quanto, come si leggeva nella nota firmata da Maria Rosaria Iacono, presidente della sezione Franzese, erano state realizzate «modifiche di quota e livelli di terrazzamenti ante intervento». Da qui la richiesta alla Soprintendenza di «verificare la coerenza dell'intervento con le norme di tutela», in considerazione della «grande valenza paesaggistica dell'area in oggetto» e «tenuto conto della sua vulnerabilità idrogeologica». 

Ora, i consiglieri comunali, non solo ritornano sul problema ma allargano, in qualche modo, il raggio d'azione, sottolineando che: «lungo tutto il perimetro del muro è evidente lo stato di degrado e di abbandono, con presenza di pietre di tufo ammalorate e distaccate dalla parete, lungo tutto il tratto che costeggia la strada e che prosegue fino a Gradilli» e che la struttura «è stata oggetto di interventi i quali ne hanno deturpato l'aspetto architettonico e strutturale». Nel porre l'accento sulla «storicità del recinto del muro di cinta, i consiglieri comunali chiedono che «tale storicità sia tutelata al pari di altri beni del nostro patrimonio culturale». E aggiungono: «L'accettare il degrado e la continua deturpazione ad opera di interventi edilizi di dubbia efficacia di un bene tutelato, nonché il mancato restauro del Recinto stesso, rappresentano un grave danno al patrimonio casertano». A questo punto il problema passa all'amministrazione comunale alla quale si rivolgono i sottoscrittori della petizione per sapere, come si legge nel documento: «se l'Amministrazione è a conoscenza dello stato dei luoghi relativi al recinto e se c'è un progetto per il recupero dello stesso dato atto della sua importanza storica». 

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Il Mattino