Villa di Briano: auto rubate ma era tutto falso per truffare le assicurazioni, vigile condannato

Un'aula del tribunale di Napoli Nord
Truffa alle assicurazioni auto: a cinque anni di distanza dall'inchiesta, arriva la decisione dei giudici di secondo grado. È stato condannato a quattro anni di...

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Truffa alle assicurazioni auto: a cinque anni di distanza dall'inchiesta, arriva la decisione dei giudici di secondo grado. È stato condannato a quattro anni di carcere, il vigile urbano Giuseppe Della Corte di Villa di Briano. La sentenza è stata pronunciata dai magistrati della corte di Appello di Napoli, dopo la decisione in primo grado con rito abbreviato - a Napoli nord - che aveva inchiodato il vigile alle sue responsabilità: l'agente di polizia municipale era stato, infatti, condannato a otto anni di reclusione. L'accusa per il vigile, difeso dall'avvocato Carlo De Stavola, era di associazione per delinquere, truffa e tanto altro, ma tutti i reati sono stati considerati prescritti in Appello, tranne la corruzione. Per cui, la pena è scesa dagli otto ai quattro anni di carcere. Ma quali erano i fatti contestati? Tutta l'inchiesta era nata nel 2016 per chiudersi poi nel 2018 concentrandosi sul traffico illecito di auto. Le forze dell'ordine scoprirono che venivano acquistati e assicurati contro furto e rapina dei veicoli del valore economico molto elevato. Suv, auto di lusso e moto di grossa cilindrata. Subito dopo, veniva inscenata la truffa secondo una dinamica ben precisa. La prima tappa era quella di inscenare il furto per ricevere indebitamente l'indennizzo da parte delle compagnie assicurative. Le autovetture - una volta sparite ufficialmente - venivano poi vendute a terze persone. E così, il gruppo guadagnava il doppio con la vendita delle auto. Stando alle indagini, un aiuto determinante per commettere i reati, secondo la Procura, sarebbe stato quello di quattro vigili urbani: fra loro, c'era proprio Giuseppe Della Corte.

I caschi bianchi, secondo l'ipotesi dell'accusa, per consentire ai complici la vendita dell'auto già assicurata, avevano il compito di compilare, in cambio di denaro, falsi verbali di ritrovamento dei veicoli, ma omettendo di comunicare la circostanza del loro ritrovamento alla società assicurativa che avrebbe dovuto rientrarne in legittimo possesso. Le auto venivano quindi reimmesse nel "mercato nero" dell'usato e di nuovo utilizzate. Una prassi consolidata questa: l'impennata di truffe alle assicurazioni è il motivo per cui in Campania e, in particolare a Caserta, i prezzi delle assicurazioni lievitano in maniera esponenziale imponendo prezzi da capogiro anche a chi, in maniera onesta, acquista l'auto. Le inchieste sulle truffe alle assicurazioni sono tantissime, in Campania. Solo due anni fa, un'altra indagine aveva svelato un giro di acquisto di auto rubate, per smontarle e rivendere a meccanici, carrozzieri, elettrauto e carrozzieri di Napoli e Caserta i pezzi di ricambio. 

 

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Il Mattino